ROMA – Una conchiglia appoggiata sulle gambe, una pesca succosa dal cuore rosso che sgocciola sangue, e una donna, non proprio filiforme che, davanti allo specchio, tocca i suoi lunghi mossi capelli, pronta ad entrare nei suoi slip con l’assorbente. É lo spot anti tabù di una nota azienda che promuove una nuova linea ‘bio’ di assorbenti. E giù polemiche. “È solo cattivo gusto” titola Il Secolo XIX e “Superato ogni limite di decenza, pratica pubblicitaria cruda e inadatta al piccolo schermo” tuona l’Aiart”, l’ associazione cittadini mediali – non medioevali – in una nota ufficiale. Ma a questo Dicastero del Pubblico Pudore piace il corpo femminile solo con sedere e seni maxi e senza vulva? Il problema è l’organo genitale o il ciclo? Una bella competizione tra psicosi e ridicolo. Perché, a dire il vero, di immagini offensive e indecenti della creatura femminile l’amata scatola televisiva ha riempito le case e le scatole degli italiani per anni e anni, con taciti silenzi, aggradando le voglie erotiche di troppi, con buona pace di pregiudizi e offese alla nostra dignità. Quindi esistono le mestruazioni, ogni 28 giorni e sono proprio così. È parola di Vulvia, su Rieducational Channel.
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Il sedere piace e la vulva fa paura. Quante storie per un assorbente

- Silvia Mari
- s.mari@agenziadire.com
- 28 Ottobre 2020
- Il Punto
Polemiche per uno spot anti tabù di una nota azienda che promuove una nuova linea ‘bio’ di assorbenti
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