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Siviglia su situazione carceri in Calabria: “É necessario intervenire”

Lo ha dichiararo il Garante regionale dei detenuti durante la presentazione al Consiglio regionale delle linee guida della sua attività

Pubblicato:28-10-2019 16:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:53
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REGGIO CALABRIA – “Era fondamentale che la Regione si dotasse di una figura di garanzia così delicata e importante anche perché la situazione delle carceri e calabresi non desta molta tranquillità”. Così il garante regionale dei diritti delle persone detenute Agostino Siviglia oggi a Reggio Calabria per presentare al Consiglio regionale le linee guida della sua attività in attuazione della legge regionale 1/2018 che ha istituito la figura del garante.

“Al momento nei 12 istituti calabresi – ha aggiunto Siviglia – a fronte di una capienza di 2713 posti, sono presenti 2.819 detenuti, 62 sono donne al momento ospitate fra l’istituto di Castrovillari e quello di Reggio Calabria San Pietro. Gli stranieri presenti sono 671 mentre a Rossano sono detenuti quelli accusati di terrorismo islamico”.

La situazione è quella “ai limiti del disallineamento tra il senso di umanità delle pene previste dalla Costituzione e l’articolo 3 della Convenzione dei Diritti umani rispetto trattamenti inumani e degradanti”, per questo è necessario intervenire in tanti casi.


” L’assistenza sanitaria, all’esterno del carcere mostra i suoi problemi, all’interno del carcere si esaspera in maniera parossistica”. “Ci sono comunque anche buone prassi che vanno consolidate – ha affermato Siviglia – penso al carcere di Arghillà di Reggio Calabria dove da 4 anni i detenuti ormai svolgono, in maniera strutturata, attività di lavoro volontario gratuito nei confronti della collettività, nell’ottica della Giustizia riparativa.

Penso anche esperienza molto importante a Vibo Valentia o con l’impresa Callipo che da diversi anni assume detenuti dell’Istituto Penitenziario di Vibo. Quest’anno ne ha assunti sette a tempo determinato per confezionare 12.000 cassette per i regali di Natale”. “Questo è un aspetto non secondario, in quanto l’apporto della comunità esterna consente al detenuto non solo di qualificarsi professionalmente – ha concluso Siviglia – ma anche di avere una prospettiva una volta uscito dal carcere”.

Alla presentazione delle linee guida il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, primo firmatario della legge regionale 1/2018 e il presidente della commissione Affari istituzionali Franco Sergio (MpC).

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