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Sud Sudan, il vescovo di Malakal: “Le inondazioni sono un disastro nazionale”

Appello di monsignor Nyodho: "Emergenza per un milione di persone"

Pubblicato:28-10-2019 14:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:53
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ROMA – Sono quasi un milione le persone colpite dalle inondazioni che negli ultimi giorni hanno investito la parte settentrionale del Sud Sudan, in particolare la regione dell’Alto Nilo. Devastati centinaia di campi coltivati e per il pascolo, mentre molte scuole sono state chiuse e adibite temporaneamente a ricovero per le persone sfollate, ha riferito all’agenzia di stampa ‘Aci-Africa’ monsignor Stephen Nyodho, vescovo di Malakal, la seconda città del Paese e capitale dell’Alto Nilo. “Chiedo al nostro governo del Sud Sudan di prendere una posizione netta e di dichiarare le inondazioni disastro nazionale” ha detto monsignor Nyodho.

 Il vescovo ha riferito che buona parte dei 238mila chilometri quadrati della diocesi sono “coperti dall’acqua” e che alcuni sacerdoti non riescono a raggiungere i loro fedeli a causa delle condizioni delle strade e degli aeroporti, messi fuori uso dalle inondazioni. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), le piogge hanno causato l’esondazione del tratto sud-sudanese del Nilo, sono “straordinariamente gravi” e potrebbero continuare fino a fine novembre. Le inondazioni hanno già messo in pericolo la vita di 908mila persone, tra cui 409mila minori, ha calcolato l’Unicef. Secondo monsignor Nyodho, un aiuto alle comunità colpite sarà possibile se ci saranno condizioni anche politiche e di sicurezza favorevoli alla luce del conflitto civile cominciato nel 2013.

“Tutto dipende dalla pace, solo se questa sia materializza, su può fare qualcosa” ha detto il vescovo. “Con la pace si possono pensare delle strategie che possano far fronte a questi disastri naturali”. Il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir, e il leader dei ribelli, Riek Machar, si erano impegnati a dar vita a un governo di unità nazionale entro il 12 novembre. Sul processo di pace restano però molte incognite. La guerra ha provocato finora decine di migliaia di morti e costretto milioni di persone a lasciare le proprie case.


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