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ROMA – “Sul diritto all’aborto in Italia c’erano cose da migliorare ma credevamo di essere a buon punto, e invece con questo governo stiamo addirittura facendo passi indietro. Segnaleremo il problema alla Commissione”. Così all’agenzia Dire Benedetta Scuderi, eurodeputata dei Verdi, nel gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea, nella Giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro. L’intervista si tiene a margine dell’intervento di Scuderi al corso europeo per giovani giornalisti e content creator che si conclude stasera presso la sede dell’agenzia Dire, a Roma.
“In Italia- continua- siamo ben lontani dall’avere un aborto libero e sicuro, due parole che dovrebbero sempre accompagnare la possibilità di eseguire l’interruzione volontaria di gravidanza“. Scuderi ricorda: “In Italia abbiamo la legge 194 che lo ha garantito, e deve essere migliorata, ma quello a cui stiamo assistendo è un chiaro peggioramento che non permette a donne e persone di accedere a questo diritto. In certe regioni c’è un solo medico che esegue l’aborto. In altre regioni e città stanno allestendo sale d’ascolto in cui associazioni anti-abortiste interferiscono con la libertà di scelta”. Ancora Scuderi: “Stiamo andando verso derive vicine a quelle della Polonia e altri stati che limitano questo diritto, ma sappiamo che quando si limita tale diritto, si deve andare in altre regioni o presso ginecologi privati – spendendo tantissimi soldi”.
Ma se le limitazioni aumenteranno, evidenzia la deputata, “dovremo capire che spingeremo le persone verso aborti poco sicuri, come succede in tanti Paesi”. Pertanto, annuncia Scuderi, “noi Verdi presenteremo interrogazioni e chiederemo conto alla Commissione del fatto che tale diritto in Italia non è effettivamente garantito”.
Iniziative che si affiancano al fatto di aver già chiesto di “inserire l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue”. Scuderi spiega: “Siamo anche promotori dell’iniziativa My voice, my choice, che chiede alla Commissione di fondi specifici e l’obbligo per gli Stati di fornirli ai centri che garantiscono l’interruzione volontaria di gravidanza e i diritti legati alla salute riproduttiva”.
“Fare passi indietro sulle auto elettriche in questo momento non serve a nessuno: non serve a salvare l’industria dell’automotive in Europa, non serve ai consumatori che non sanno bene che fare e non serve alla politica. Ma questo non lo dico io, lo dicono le grandi aziende automobilistiche che stanno chiedendo più certezza per capire se i loro investimenti vanno nella direzione giusta, e lo dicono i sindacati che stanno chiedendo ai governi di smettere di pensare a possibili altre tecnologie, considerando che quella a combustione non può più progredire ma è già arrivata al massimo sviluppo, ma che invece chiedono che si inizi a pensare di riportare l’automotive all’interno dei nostri territori e iniziare a produrre all’interno dell’Europa, soprattutto dove è scomparsa”. Così all’agenzia Dire Benedetta Scuderi, esponente dei Verdi e nel gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea, sollecitata sul dibattito aperto dal governo italiano sull’opportunità o meno di proseguire con l’obiettivo della massima diffusione delle auto elettriche entro il 2035.
Ancora Scuderi, membro della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia: “Non abbiamo tempo da perdere, ne abbiamo già perso molto anche a causa di scelte poco lungimiranti e molto sbagliate di dieci, 20 anni fa”. Secondo Scuderi, quindi “la scelta è chiara” ed è “o rinvio o investimenti, per non lasciare il mercato a Paesi terzi”.
Quanto al commissario designato Raffaele Fitto, alle prossime audizioni con gli europarlamentari, l’esponente dei Verdi dichiara: “Chiederemo innanzitutto chiarimenti sulla sua carriera – penso alla presidenza della Regione Puglia, dove è stato sottoposto a processi poi caduti in prescrizione – e poi al lavoro al governo: non sono stati spesi neanche il 30% dei fondi del Pnrr. Gli domanderemo quindi come pensa di migliorare le cose in Europa, vista l’esperienza in Italia. E poi delle politiche liberticide del governo Meloni”.
Conclude l’eurodeputata: “Alla presidente Ursula Von der Leyen chiederemo come sia possibile affidare l’incarico di vicepresidente esecutivo all’esponente di un governo che sta riducendo le possibilità democratiche nel proprio Paese“.
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