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ROMA – Hassan Nasrallah è stato il segretario generale di Hezbollah, in arabo “Partito di Dio”, organizzazione che trae ispirazione dell’islam politico sciita, quindi da teorici, intellettuali ma anche da leader di formazioni militari originari del Libano ma anche in Iraq, Siria e dell’Iran della rivoluzione.
Sessantaquattro anni, Nasrallah è stato tra i leader più influenti del Medio Oriente e, dopo gli assalti dei commando di Hamas nel sud di Israele dello scorso 7 ottobre, il principale alleato del gruppo palestinese e accusatore delle violenze commesse contro la popolazione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania occupata.
La militanza del giovane Hassan, nato in una famiglia sciita di umili origini nel 1960, comincia nel partito sciita Amal quando in Libano scoppia la guerra civile, nel 1975. L’ala militare di Amal viene istituita per contrastare le incursioni di Israele nel sud del Libano. Dopodiché, Nasrallah si dedica per vari anni agli studi, anche all’estero.
Nel 1982, Israele invade il Libano in seguito agli attentati compiuti dall’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), che aveva il suo quartier generale a Beirut. Il casus belli rivendicato dall’allora primo ministro israeliano Menachem Begin fu il tentato omicidio dell’ambasciatore di Tel Aviv a Londra. La capitale libanese viene assediata per dieci settimane e si stima che 20mila persone perdono la vita. Tel Aviv riesce a installare un governo alleato, guidato dal movimento politico di ispirazione cristiano-maronita sostenuto dalla forza multinazionale di Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Dato che Amal è disponibile a collaborare col nuovo esecutivo, vari membri lo lasciano con l’accusa di tradimento. Si costituisce quindi Hezbollah, che annuncia di voler combattere per scacciare Israele dai territori libanesi e liberare anche i Territori palestinesi occupati.
Il gruppo vanta a oggi un ampio seguito da parte di chi gli riconosce il merito di aver liberato il Libano dai militari israeliani, che lasciano il Paese nel 2000, sebbene una nuova guerra sia scoppiata nel 2006. Dalla sua fondazione, non c’è mai stato un anno in cui Hezbollah non abbia avuto scontri e scambi a fuoco con Israele. Nasrallah assume la guida dell’organizzazione nel 1992, rafforzando i legami con l’Iran, alcuni gruppi in Iraq e il governo siriano del presidente Hafiz e poi Bashar Al-Assad. Prima del 7 ottobre, Hezbollah sostiene di avere 100mila membri, con servizi anche di tipo sociale nelle aree più svantaggiate del Paese. Nelle varie elezioni ottiene voti ed è parte delle istituzioni politiche dello Stato.
I suoi detrattori invece lo accusano di atti terroristici. Hezbollah è nella lista nera di Stati Uniti e Regno Unito, oltre che di Israele. L’Unione europea aggiunge nella lista dei gruppi terroristici solo la sua ala militare, riconoscendo il ruolo politico-istituzionale del partito.
Parte dell’opinione pubblica libanese inoltre contesta a Hezbollah di mantenere una presenza militare che inficerebbe la sovranità e lo sviluppo politico e democratico dello Stato, rafforzando quel meccanismo di distribuzione delle cariche istituzionali su base confessionale contro cui più volte i libanesi negli anni sono scesi in piazza a manifestare. È inoltre accusato di aver garantito costante sostegno a Bashar Al-Assad, il presidente siriano accusato di avere represso le manifestazioni di protesta e poi l’opposizione armata nata nel 2011. Un’altra accusa rivolta a Hezbollah è di essere l’ala militare iraniana in Medio Oriente in chiave anti-israeliana.
L’esercito di Tel Aviv ha riferito di aver ucciso Nasrallah in un raid a Beirut condotto ieri, con bombe anti-bunker. La morte del segretario è stata poi confermata anche da Hezbollah.
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