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La British American Tobacco insedia a Trieste il suo innovation hub globale

Sarà il centro della transizione verso alternative meno impattanti sulla salute rispetto alla sigaretta

Pubblicato:28-09-2021 15:46
Ultimo aggiornamento:28-09-2021 15:46

British American Tobacco (Bat) a trieste
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TRIESTE – La British American Tobacco (Bat), secondo produttore mondiale di sigarette, sbarca a Trieste con il progetto ‘A better tomorrow innovation hub’, frutto di un accordo con l’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale e l’Interporto di Trieste. L’investimento, presentato oggi nel centro congressi del Molo Quarto a Trieste, prevede l’insediamento di una manifattura e un centro di sviluppo marketing digitale, nella zona franca Freeeste di Bagnoli della Rosandra, strumenti con cui il colosso del tabacco, con sede a Londra, per primo nella sua categoria intende mitigare gli effetti sulla salute del classico consumo del tabacco, e della sua produzione sull’ambiente.

“Si tratta di innovazione e produzione di prodotti a potenziale rischio ridotto sulla salute rispetto al fumo tradizionale. Quindi di produzione di sigarette elettroniche, di tabacco riscaldato, di ‘modern oral’ e di prodotti terapeutici come alternativa alla dipendenza di nicotina”, spiega, Roberta Palazzetto, presidente della filiale italiana della Bat. L’investimento prevede anche un ‘digital hub’, prosegue, “si parla di un intervento fatto con i più alti standard di sostenibilità, dalle rinnovabili al ‘carbon neutral’”.

L’investimento è da 500 milioni di euro per i prossimi cinque anni, “parliamo di un’occupazione diretta di 600 persone, e 2.600 persone come indotto considerata la logistica che gira attorno”. Trieste è stata scelta, sottolinea la presidente, per la “posizione geografica ideale per essere un punto di partenza non solo per l’Italia: molti di questi prodotti saranno per l’esportazione. L’altro elemento fondamentale, trattandosi di un ‘innovation hub’, è la ricchezza di una Trieste che è la capitale della scienza e la capitale della ricerca”, conclude Palazzetti.


La scelta di Trieste è frutto di un lavoro fatto in anni, sottolinea il presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale, Zeno D’Agostino, che fa di questo territorio una zona tranquilla in un mondo caratterizzato dal caos crescente. Tranquilla, con un tessuto economico affidabile e capace di rispondere quasi istantaneamente alle nuove sfide che si presentano ogni giorno.

Secondo il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, “è un investimento prospettico, non soltanto un enorme investimento che già viene fatto, che garantisce posti di lavoro e nuove opportunità di ricerca sul nostro territorio. Ma penso che possa essere fattore attrattivo per nuovi investimenti legati all’innovazione e alla ricerca”, spiega. E conclude evidenziando l’impatto sociale dell’investimento: “Vuol dire che in Italia si possono garantire posti di lavoro qualificati, grazie alla formazione e grazie alle imprese che hanno capito che la formazione è strategica per l’investimento”.

Il ministro allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e il suo predecessore al Mise, ora all’Agricoltura, Stefano Patuanelli, evidenziano l’impegno del Mise su questo progetto. Se Giorgetti parla di orgoglio italiano, regionale e triestino per aver concretizzato l’iniziativa, Patuanelli ribadisce l’impegno del governo sul percorso verso l’extradoganalità del porto di Trieste.

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