Partito democratico, sindacati, imprenditori e Bankitalia in pressing sul Mes, ma il premier Giuseppe Conte, preoccupato dalle tensioni interne al Movimento 5 stelle, continua a prendere tempo. Anche il commissario europeo, Paolo Gentiloni, ha ribadito come l’attivazione del fondo Salva Stati non preveda condizionalita’. “L’Italia e’ tra i Paesi che possono avere un vantaggio maggiore dal Mes perche’ il prestito e’ a tassi agevolati e permetterebbe di migliorare il sistema sanitario”, e’ l’avviso di Gentiloni. Quanto al Recovery fund, il presidente del Consiglio ne ha parlato stamani a un evento per i 100 anni di Confagricoltura: “Non siamo affatto in ritardo con il piano, le preoccupazioni sono infondate”, ha detto Conte.
Entra nel vivo il processo disciplinare per Luca Palamara davanti al Csm. Il pm e’ stato sospeso dalle funzioni di magistrato con l’accusa di aver cercato di pilotare le nomine ai vertici delle Procure. Nel giorno della sua audizione, davanti al Tribunale delle Toghe, Palamara si difende: “Non sono un corrotto, non ho mai barattato la mia funzione”. Una delle accuse e’ di aver cercato di favorire alla Procura di Roma un nome gradito a Luca Lotti. Ma Palamara nega che il parlamentare vicino a Matteo Renzi abbia avuto un ruolo. “È totalmente estraneo”. L’ex presidente dell’Anm conferma pero’ la consuetudine di alcuni Consiglieri del Csm di vedersi assieme ad esponenti della politica in incontri riservati.
Se Atlantia non rispetta i patti il governo sara’ costretto a revocare la concessione. Palazzo Chigi ha lanciato l’ultimatum e gia’ nelle prossime ore la societa’ dei Benetton potrebbe riannodare i fili del dialogo dopo l’accordo saltato con Cassa depositi e prestiti. Si lavora per superare lo stallo sulla cosiddetta ‘manleva’, ossia la garanzia che il futuro acquirente di Aspi non ereditera’ le responsabilita’ civili sui danni indiretti derivanti dalla caduta del ponte Morandi di Genova. Il vice ministro delle infrastrutture, il 5 stelle Giancarlo Cancelleri, attacca: “Il metodo di Atlantia e’ ricattatorio, siamo pronti alla revoca entro il 30 settembre”.
Non solo peculato ma anche favoreggiamento. Si avvicina il processo per il cardinale Giovanni Angelo Becciu, licenziato giovedi’ da papa Bergoglio dopo aver svuotato le casse della Santa Sede per l’acquisto di un immobile di lusso a Londra. Il processo rientra nella svolta sulla trasparenza voluta da Bergoglio, intenzionato a combattere la corruzione in Vaticano. Il cardinale dovra’ spiegare ai giudici vaticani il suo ruolo nell’investimento. Insieme a Becciu dovrebbero essere ascoltati anche sei funzionari della Segreteria di Stato coinvolti nell’inchiesta giudiziaria.
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