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Guinea, voci per la giustizia a nove anni dalla strage di Conakry

A nove anni dalla strage compiuta dai militari della Guardia presidenziale

Pubblicato:28-09-2018 14:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:37
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ROMA – A nove anni dalla strage compiuta dai militari della Guardia presidenziale nello stadio di Conakry, superstiti e familiari delle vittime aspettano ancora giustizia. A denunciarlo, in occasione dell’anniversario, che coincide oggi con gli 80 anni dell’indipendenza della Guinea, ong locali impegnate per i diritti umani. In una nota, firmata anche dall’Associazione delle vittime, parenti e amici del massacro del 28 settembre e dall’Associazione guineana dei diritti umani, si sottolinea come l’allora presidente Moussa Dadis Camara non sia mai stato processato. Nella nota si ricorda che l’Unione Europea e l’Unione Africana hanno imposto un divieto di viaggio e hanno sequestrato i beni di Camara e di 41 suoi collaboratori, mentre gli Stati Uniti si sono limitati a imporre un divieto di viaggio. Troppo poco, secondo i familiari delle vittime. Il 28 settembre 2009 migliaia di cittadini e membri dell’opposizione si riunirono nello stadio per protestare contro Camara, salito al potere con un golpe l’anno precedente. Nello stadio fece pero’ irruzione i militari della Guardia presidenziale, i cosiddetti ‘Be’ret rouge’, che spararono ad altezza d’uomo, accoltellarono e commisero violenze anche nei confronti delle donne. Secondo l’Onu, in un giorno furono uccise 157 persone e altre 1.200 rimasero ferite.

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