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Referendum, Liberisti italiani: “Libertà di coscienza agli iscritti”

"Parlamento semplifichi procedura presentazione liste nuovi movimenti"

Pubblicato:28-08-2020 10:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:48
Autore:

andrea bernaudo
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ROMA – “Liberisti italiani ritiene questo referendum un passaggio politico denso di ipocrisia e non vogliamo partecipare da tifosi”, per questo “ai nostri iscritti e sostenitori lasceremo libertà di coscienza. Facciamo invece una nostra proposta in vista dell’ennesima modifica della legge elettorale”. Lo afferma Andrea Bernaudo a seguito della Direzione che ha deciso, a maggioranza, la posizione sul referendum pubblicando una lunga nota (https://www.liberistitaliani.it/referendum-su-riduzione-dei-parlamentari/) dove si spiegano le ragioni della linea assunta.

“Ridurre i parlamentari– si legge sul sito di Liberisti italiani- non è in linea teorica sbagliato, ma purtroppo il risparmio è irrilevante per il bilancio dello Stato. Questo governo e le forze che lo sostengono stanno ampliando l’invadenza dello Stato, per cui la sola motivazione della riduzione dei costi non basta, anzi offende l’intelligenza degli italiani. Dietro questa riforma c’è, quindi, del populismo cialtrone, ma anche molta ipocrisia sia dalla parte dei fautori che dei loro detrattori”.

“Molti parlamentari- aggiunge- si sono pentiti. Pubblicamente si schierano per il sì, per non perdere i voti e la faccia, ma nelle segrete stanze fanno il tifo e lavorano per il no, per paura di perdere lo scranno. Adesso è giusto che i partiti che si sono inginocchiati a Grillo ne paghino le conseguenze”.


Arriva poi la proposta di Liberisti italiani: “Noi proponiamo il modello inglese. In Uk per partecipare alle elezioni politiche è semplice, serve un ristretto numero di firme e si paga una cauzione allo stato nel caso in cui il partito non raggiunga una percentuale minima di voti. Il sistema elettorale uninominale è altrettanto semplice, lo stesso da moltissimi anni e garantisce la scelta diretta degli eletti con meno intermediazioni da parte delle segreterie dei partiti”. “Il vero rischio che stiamo correndo- conclude Bernaudo- è che i partiti dominanti si chiudano a riccio in quell’oligarchia a 5 sulla quale stanno lavorando da tempo, sbarrando definitivamente la strada a qualsiasi nuova iniziativa politica dal basso”.

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