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RECENSIONE NO SPOILER | Dal 10 ottobre al cinema “La Vérité”, Deneuve e Binoche in un ironico ritratto famigliare

Il film di Kore-Eda Hirokazu ha aperto la 76esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia

Pubblicato:28-08-2019 19:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:38

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VENEZIA – Arriva il 10 ottobre nelle sale italiane “La vérité”, del regista giapponese Kore-Eda Hirokazu, la sua prima opera realizzata al di fuori del Giappone, presentato in concorso alla 76esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Come in gran parte della sua filmografia (tra cui figura “Un affare di famiglia”, premiato con la Palma d’oro a Cannes nel 2018), anche in questo caso, la pellicola ha come tema portante le relazioni famigliari. Protagoniste di “La Vérité”, Fabienne, una star del cinema francese interpretata nientedimeno che da Catherine Deneuve, e sua figlia Lumir, Juliette Binoche.


LA VÉRITÉ, SINOSSI

Le due si rincontrano dopo anni in occasione della pubblicazione dell’autobiografia dell’attrice ormai settantenne e in quell’occasione scavano nella verita’ di una relazione, la loro, complessa, fatta di mancanze e soprattutto di tanti non detti. Ad accompagnare Lumir nel viaggio che da New York la riporta nella casa parigina della madre, ci sono sua figlia Charlotte interpretata da Clémentine Grenier (una bambina birichina, vispa e incredibilmente acuta) e suo marito Hank, Ethan Hawke, nei panni di un attore americano di serie tv.

In “La Vérité”, Fabienne, accompagnata dalla figlia in un inedito e alquanto sgradito ruolo di assistente sul set, e’ impegnata nelle riprese di un dramma familiare che ha molto ha a che vedere con la sua esperienza personale e che sara’, insieme alla pubblicazione della sua autobiografia, un’occasione ulteriore per aprire squarci di riflessione riguardo al rapporto con Lumir.

LA VÉRITÉ, RECENSIONE

Come in una matrioska metacinematografica, in cui realta’ e rappresentazione si intersecano e a tratti si fondono, per raggiungere la verita’ il regista ad ogni scena toglie una maschera che la copre, non smettendo mai di ironizzare sui personaggi/attori che strizzano l’occhio anche agli interpreti veri della pellicola, come Ethan Hawke, classificato da Catherine Deneuve gia’ dalla sua prima apparizione un “attore per modo di dire” rispetto a lei. “Volevo fare un film che non fosse solo serio, ma anche leggero, in cui potessero coesistere i toni drammatici e quelli comici, come avviene nella vita reale”‘ ha dichiarato il regista.

Missione riuscita. Hirokazu riesce nella non facile impresa di raccontare il viale del tramonto di una star con grande ironia, seppur giocando spesso con luoghi comuni (anche se molto spesso profondamente reali) legati allo stereotipo della diva cinematografica. Tra questi il desiderio di restare giovani per sempre, legato alla vanita’ innata di chi vuole fare dell’apparenza la propria vita, cosi’ come l’ambizione, che spinge a scendere a compromessi pur di poter raggiungere il proprio scopo. Il risultato e’ un film divertente recitato egregiamente da un cast di esperti attori, che ne rappresentano la vera forza.

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