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Genova, Renzo Piano non studia solo un nuovo ponte: ripensare tutta l’area

Questa mattina l'archistar ha incontrato il governatore Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci

Pubblicato:28-08-2018 14:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:29

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GENOVA – “Bisogna che la città ritrovi l’orgoglio e il riscatto, bisogna ricostruire questo ponte ma ripensare a tutta quell’area: è da quando il viadotto Morandi è caduto che non smetto di pensarci. Bisogna fare presto ma non in fretta”. Lo dice il senatore a vita e archistar genovese, Renzo Piano, questa mattina nel capoluogo ligure al termine di un incontro nella sede della Regione Liguria con il governatore Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci. Dopo la Torre piloti, il Waterfront di Levante e l’Expo, Piano mette a disposizione il suo team per la ricostruzione del ponte in Valpolcevera, e non solo, come anticipato tre giorni fa dal Guardian. Durante l’incontro, l’archistar avrebbe anche presentato a Toti e Bucci alcuni disegni e ipotesi modellistiche.

“I ponti li disegnano e li costruiscono gli ingegneri- precisa Piano- diciamo che un progettista si aiuta con degli oggetti, con degli schizzi. Per ora non si può parlare di disegno progettuale ma di impegno morale a fare in modo che questo nuovo ponte porti con sé i tratti della genovesità, anche della nostra parsimonia. E ci dovrà essere il ricordo della tragedia, il suo elaborarsi nel tempo: questo è un tema molto importante”.

L’urbanista ha però in mente un riassetto di tutto il quartiere periferico “denso di attività industriali e binari ferroviari. Il tema della ricucitura tra centro e periferia- ricorda Piano- è nel mio dna. Per Genova quella può essere un’area di grandissima importanza perché la città non può più pensare di svilupparsi sul mare o di aggredire le colline, visti anche i problemi del rischio idrogeologico, quell’area è di enorme interesse”. Un quartiere che potrebbe diventare vera e propria memoria della tragedia, magari con un monumento sul modello di “ground zero” come suggerito da più parti nei giorni scorsi. “L’architettura fa questo- chiosa Piano- celebra e costruisce: le tragedie non si dimenticano, si elaborano”.


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