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Caccia, anche l’Ispra chiede di rimandare apertura stagione: “Fauna provata dal caldo e a rischio”

L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale invita le Regioni a soprassedere sulla decisione di aprire la caccia in anticipo

Pubblicato:28-08-2017 17:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:37

cacciatori nei campi
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VENEZIA – Anche l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, “chiede alle Regioni di sospendere la caccia estiva a causa delle avverse condizioni climatiche che hanno afflitto l’intera penisola”. Lo sostiene il consigliere regionale democratico del Veneto Andrea Zanoni, spiegando che l’Istituto ha inviato una circolare che suona come un vero e proprio appello. “Nel documento si legge che i dati meteoclimatici indicano che il 2017 è stato caratterizzato, già a partire dagli inizi dell’anno, da una situazione meteorologica decisamente critica, caratterizzata da temperature massime assai elevate e prolungati periodi di siccità, che ha determinato in tutta Italia una situazione accentuata di stress in molti ecosistemi”, e che ciò “comporta una condizione di rischio per la conservazione della fauna in ampi settori del territorio nazionale e rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie”.

ANDREA ZANONI (PD): “DALL’ISPRA UN VERO E PROPRIO APPELLO”

Pertanto sarebbe il caso che “in occasione della prossima apertura della stagione venatoria, vadano assunti provvedimenti cautelativi atti a evitare che popolazioni in condizioni di particolare vulnerabilità possano subire danni, in particolare nei territori interessati da incendi e condizioni climatiche estreme nel corso dall’attuale stagione estiva”. In sostanza, conclude Zanoni, l’Ispra “ha chiesto espressamente alle Regioni lo stop immediato dell’addestramento dei cani da caccia e dell’apertura anticipata della caccia agli uccelli migratori da appostamento prevista per il due settembre, il posticipo a ottobre di quella alle anatre, il divieto di caccia nelle aree incendiate, limitazioni temporali e di carniere per la fauna stanziale”, e ora il governatore del Veneto Luca Zaia “non ha più alcuna scusa”, ma deve applicare la legge e sospendere l’apertura anticipata della caccia.

E IL WWF TORNA A RINNOVARE L’APPELLO ALLE REGIONI

Il parere Ispra sulle “condizioni meteoclimatiche” e la caccia è inequivocabile, scrive il Wwf in una nota. “Le regioni, quindi- prosegue- si comportino di conseguenza prevedendo il divieto o la forte limitazione dell’attività venatoria. Il Wwf, che agli inizi di agosto ha scritto a tutte le regioni per chiedere risposte serie e adeguate alla drammatica situazione della fauna e degli ecosistemi naturali, ritiene che quanto prescrive l’autorevole parere dell’Ispra sia davvero il minimo che le regioni debbano fare per garantire quel ‘nucleo di salvaguardia’ della fauna selvatica tante volte richiamato anche dalla Corte Costituzionale per rispettare le norme europee ed internazionali”.


Se si va a caccia in queste condizioni– continua il Wwf- non solo si uccidono animali stremati da fame e sete o ormai senza forze già consumate per fuggire dal fuoco, ma si attenta anche alla sopravvivenza delle future popolazioni di molte specie selvatiche. Gli animali sopravvissuti, molti dei quali si stanno preparando a ripartire per i luoghi di nidificazione o sono già in piena stagione riproduttiva, hanno subito un grave peggioramento delle condizioni fisiche ‘poiché risulta necessario un maggior dispendio energetico per raggiungere le fonti idriche, che si presentano ridotte e fortemente disperse. Ciò può condizionare negativamente il successo riproduttivo e aumentare la mortalità degli individui giovani e adulti, a causa di una maggior vulnerabilità a malattie e predazione’, secondo il parere dell’Ispra che ritiene, quindi, necessario e opportuno che ‘vengano adottate a titolo precauzionale misure volte a limitare la pressione venatoria nel corso della stagione’”.  “Stiamo ancora aspettando una risposta alla nostra richiesta di inizio agosto”.

CASERTA: “LE REGIONI FANNO ORECCHIE DA MERCANTE”

Dichiara il vicepresidente del Wwf Italia, Dante Caserta, che aggiunge: “La maggior parte delle regioni (tranne l’Abruzzo che aprirà la stagione venatoria il primo ottobre), da quel che ci risulta, sta facendo orecchie da mercante, ignorando ogni richiamo alla ragionevolezza e alla responsabilità, senza neanche rinunciare alle giornate di preapertura ai primi di settembre anche quando hanno avuto decine di migliaia di ettari devastati dal fuoco come in Sicilia e in Campania. È davvero singolare che anche quest’anno, dopo le diverse emergenze che hanno messo in difficoltà il nostro Paese si debba fare ricorso alla magistratura (amministrativa e laddove necessario anche penale) per ottenere il rispetto del diritto degli  animali selvatici a continuare a vivere”. “Il Wwf ribadendo quanto scritto ad ogni Regione ai primi di agosto chiede- conclude il comunicato- in base ad un serio studio e monitoraggio delle condizioni locali: il divieto o forti limitazioni dell’attività venatoria; il blocco dei ripopolamenti fino a data da destinarsi, per non sottrarre importanti risorse trofiche alla fauna già presente; il blocco di qualsiasi forma di addestramento di cani da caccia e di gare cinofile che costituiscono ulteriori fattori di stress per le popolazioni selvatiche”.

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