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La siccità mette a rischio le coltivazioni di pomodoro in Emilia-Romagna: “Senza acqua non si raccoglie niente”

La carenza d'acqua e i rincari di energia e fertilizzanti potrebbero mettere in ginocchio molte aziende agricole e azzerare i raccolti di pomodoro per l'industria

Pubblicato:28-07-2022 19:06
Ultimo aggiornamento:28-07-2022 20:31

raccolta pomodoro ostellato
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BOLOGNA – La siccità rischia di compromettere la raccolta di pomodoro da industria in Emilia-Romagna, che con 25.000 ettari rappresenta il 68% della superficie coltivata del Nord-Italia. “Senza acqua si rischia di non raccogliere nulla delle varietà medio-tardive, ma il bilancio è amaro anche per coloro che hanno cominciato a conferire agli stabilimenti di trasformazione per i costi di coltivazione insostenibili”, lancia l’allarme il presidente dei produttori di pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia-Romagna, Giovanni Lambertini.

L’IMPENNATA DEI COSTI ENERGETICI E DEI FERTILIZZANTI

Dalla firma dell’accordo-quadro per la campagna 2022 del pomodoro da industria del Nord Italia (il 12 aprile scorso), i prezzi di energia, carburanti e mezzi tecnici sono lievitati a dismisura. “Nel secondo trimestre, causa siccità e crisi energetica, le principali voci di spesa hanno registrato un ulteriore balzo. Sono esplosi i costi per mantenere in funzione gli impianti irrigui spingendo al massimo il consumo di energia elettrica e gasolio. È andata sempre peggio perché il grande caldo non dà tregua. È inoltre proseguita la corsa dei prezzi di fitofarmaci e fertilizzanti, che figurano tra i prodotti più rincarati”, spiega Lambertini.

COSÌ I CAMBIAMENTI CLIMATICI IMPATTANO SULLE COLTIVAZIONI

Il cambiamento climatico è alla base delle tante criticità riscontrate dall’associazione agricola: sovramaturazione, anomalie del frutto e malattie delle piante dovute alla siccità e al grande caldo, sovrapposizione delle epoche di raccolta (ad esempio, tra varietà precoci e medio-precoci visto che, in alcuni areali, i trapianti di aprile sono stati rallentati dalle piogge), oppure, semplicemente, per una accelerazione del processo di maturazione.


IN ALCUNE AREE SCARSEGGIA L’ACQUA PER IRRIGARE

Preoccupano le aree fragili dove manca l’acqua per le irrigazioni (la valle del Trebbia e a destra del fiume Arda nel piacentino, la valle dell’Enza e gli affluenti del Po, Parma, Taro e Baganza nel parmense, il delta del Po e la risalita del cuneo salino). “La nostra regione rappresenta il 68% della superficie totale investita nel Nord Italia. Cosa succederà nella prossima campagna se non ci attiviamo subito a sostegno delle aziende produttrici? A queste condizioni, e con rischi così elevati, chi coltiva più pomodoro da industria?“, chiede il presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna Marcello Bonvicini. “I produttori ci penseranno non due, ma mille volte prima di piantare. Bisogna garantire la tenuta del comparto, aiutare le aziende agricole a superare la crisi di liquidità, a ripianare i mancati introiti, altrimenti le coltivazioni di pomodoro in Emilia-Romagna subiranno una drastica riduzione nel 2023”, conclude.

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