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Arriva sugli schermi ‘007 Salvini: dalla Russia con amore’

L'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:28-07-2022 19:17
Ultimo aggiornamento:28-07-2022 19:17

matteo salvini russia putin
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ROMA – Bei tempi quelli quando si poteva girare in lungo e in largo, incontrando leader, leaderini e mezze tacche senza tanti problemi o polemiche. C’era il nostro Silvio nazionale che volava a Mosca da Putin, che per questa parte di mondo oggi è considerato un criminale. Insieme si mettevano il colbacco, mangiavano caviale e quando il nostro tornava a casa saltava sul lettone avuto in dono dall’amicone russo.

Oggi c’è il nostro povero Salvini federale messo in croce dal Pd perché ha cercato anche lui di arrivare in Russia ma è stato bloccato ancora prima di spiccare il volo. Impallinato, messo dentro una specie di film alla James Bond, dove si narra di incontri all’ambasciata russa, di rapporti con l’ambasciatore orecchio di Mosca che ringrazia, oscuri funzionari che si danno da fare per i biglietti.

Siamo in campagna elettorale, dirà qualcuno, e ogni cosa può servire per mettere in difficoltà l’avversario. Salvini il federale ha tagliato corto derubricando tutto a fake news messe in giro dal segretario dem Enrico Letta. Che non ci sta, insiste e chiede che sia il Copasir, che controlla i servizi segreti, a chiarire – detto per inciso, in decenni e decenni il Copasir non ha mai chiarito nulla – a dire se Salvini è stato manovrato dal bieco autocrate russo per far cadere il governo di Mario Draghi, nemico giurato dello stesso.


La puntata odierna della telenovela dalla Russia con amore ha avuto un altro protagonista: Giuseppe Conte, l’avvocato del popolo ‘grillino’ tirato in mezzo da Luigi Di Maio, un tempo capo politico del Movimento quando Conte a Firenze sbuffava e metteva qualche 27 agli studenti esaminati. Giretti nell’ambasciata russa? Sia mai: “Io non so che corbellerie possano dire altri, ma per quanto riguarda il comportamento del sottoscritto e del M5S, rispetto a corbellerie e scemenze, non sono andato in nessuna ambasciata russa né ho avuto alcun contatto con esponenti del governo russo perché noi queste cose non le facciamo”, ha detto Conte fregando a Giorgia Meloni, Capa fratella d’Italia un termine a lei caro: “Siamo patrioti, cittadini italiani e tuteliamo l’interesse nazionale, lo facciamo all’interno delle nostre alleanze. Nessuno si permetta di gettare fango, nessuno abbia la miserabile idea di gettare un’ombra sul comportamento del sottoscritto e del M5S”.

E comunque, per non lasciar spazio a dubbi, anche Giorgia Meloni ha voluto chiarire che lei combatte da questa parte e da sempre sta contro i russi: “Da opposizione abbiamo chiesto al Governo di fare ciò che era necessario perché l’Italia non fosse l’anello debole dell’Occidente, mostrandosi fiera e leale e allontanando lo stereotipo della nazione spaghetti e mandolino tanto cara ai detrattori. Ribadiamo che saremo garanti, senza ambiguità, della collocazione italiana e dell’assoluto sostegno all’eroica battaglia del popolo ucraino. Posso dire che un Italia guidata da FdI e dal centrodestra sarà un’Italia affidabile sui tavoli internazionali”.

Insomma, altro che spaghetti e mandolino, con lei sarà mitraglia e bombe a volontà. Dovrà convincere il Salvini federale che in questi mesi sfodera rosari e immagini di santi e si mostra più pacifista di Papa Francesco. Forse è per questo che non si vede come futuro ministro dell’Interno: “Io al Viminale? Io punto in alto“, ha detto con lo sguardo rivolto al cielo. Santo Salvini? Chissà.

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