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Alessia Pifferi cambia avvocati, ci sarà perizia psichiatrica: “Vorrei andare ai funerali di Diana”

Cambio di strategia difensiva per Alessia Pifferi, la donna che ha ucciso la figlia di 18 mesi abbandonandola in casa per 6 giorni con un biberon. Gli avvocati: "Non si rende conto di ciò che ha fatto"

Pubblicato:28-07-2022 10:26
Ultimo aggiornamento:29-07-2022 16:33

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BOLOGNA – Alessia Pifferi cambia avvocati e linea di difesa. Se prima i legali che l’avevano presa in carico avevano scartato l’ipotesi della perizia psichiatrica ritenendola non necessaria, i nuovi avvocati (Solange Marchignoli e Luca D’Auria) hanno invece deciso di farne richiesta. E spiegano che la donna, in carcere, è sotto choc, ancora non si rende conto di cosa ha fatto e ha chiesto di partecipare ai funerali della piccola Diana. Proprio a proposito dei funerali, ieri sera in via Parea, dove si trova la casa in cui Diana è morta di fame e sete dopo essere stata abbandonata per sei interminabili giorni dalla madre, è comparso l’anuncio funebre attaccatto al cancello: “A soli 18 mesi è volata in cielo la piccola Diana Pifferi“. E su questo annuncio, forse attaccato dalla nonna della bambina, c’è una fotografia della bimba, vestita di rosa e agghindata a festa nel giorno del battesimo. È la prima volta, dal giorno del ritrovamento, che viene diffusa una foto della piccola. La data dei funerali, si legge sempre sul biglietto, deve essere ancora stabilita.

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La Procura, nel frattempo, dopo l’esecuzione dell’autopsia avvenuta martedì, ha dato il via libera alle esequie: si terranno nei prossimi giorni e il Comune di Milano si è offerto di pagare le spese per i funerali della piccola. Il sindaco Beppe Sala dovrebbe essere presente. Intanto, per lunedì 1 agosto è fissato l’accertamento irripetibile sul biberon lasciato nel lettino accanto alla bambina: gli inquirenti vogliono capire se dentro, mescolato al latte, la madre avesse versato gocce di tranquillante e se la bambina lo abbia ingerito. Questo scenario aggraverebbe la posizione di Alessia Pifferi, accusata di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, perché lascerebbe pochi dubbi sulla premeditazione, visto che il tranquillante potrebbe aver avuto la funzione di stordire la bambina ed impedire che, gridando, potesse essere sentita da qualcuno. In casa è stata trovata una boccetta di En, ma la donna nell’interrogatorio ha detto di non averlo mai dato a Diana.


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I nuovi avvocati di Pifferi hanno fatto sapere che l’incarico per la perizia psichiatrica è stato affidato ai professori Giuseppe Sartori, ordinario di Neuropsicologia Forense e Neuroscienze Cognitive all’università di Padova, e a Pietro Pietrini, ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica all’università di Pisa: si tratterà di una consulenza “neuroscientifica e psichiatrica”.

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