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Femminicidio in vita: “Estendere la legge della Campania sul servizio psicologia di base”

Lettera aperta del comitato al presidente Conte e al ministro Speranza

Pubblicato:28-07-2020 14:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:41

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ROMA – Lettera aperta del Comitato femminicidio in vita al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere l’estensione della legge ‘Istituzione del servizio di Psicologia di base‘, approvata all’unanimita’ dal Consiglio regionale della Campania, anche alle altre Regioni. Questo il testo della lettera diffuso in una nota stampa: “Pregiatissimi presidente Conte e ministro Speranza, il Consiglio regionale della Campania, ieri, ha approvato all’unanimita’ la legge ‘Istituzione del servizio di Psicologia di base’. Perche’ non estendere questa legge a ogni Regione? Doverosa una premessa. L’aumento costante delle separazioni coniugali e dei divorzi, registrato negli ultimi anni impone a tutti una riflessione piu’ ampia rispetto alla decisione del giudice di avvalersi di ausiliari esperti con specifiche competenze tecniche diverse dal magistrato (psicologia, psichiatria, neuropsichiatria…). È ormai risaputo che, durante le aspre cause di separazione per la ‘contesa dei figli’, il giudice puo’ chiedere al perito del Tribunale – vedi Ctu (Consulente tecnico d’ufficio, ndr) – di compiere una accurata indagine di ‘natura psicologica’ sulle capacita’ genitoriali dei due ex coniugi, e sui rapporti che i genitori hanno con i figli. Cio’ avviene soprattutto nei casi in cui i genitori non hanno piu’ un dialogo, occupati a difendere ciascuno il proprio orgoglio ferito, correndo il rischio di far passare in secondo piano i bisogni del figlio o peggio di confonderli con i propri”.

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Continua la lettera: “Tanti sono i bambini che, oggi, perdono di vista la figura materna perche’ tante sono le mamme impossibilitate a garantirsi un perito di parte – vedi Ctp (Consulente tecnico di parte, ndr) – serio e capace. Difendersi ha un costo e non sempre le tariffe di un Ctp possono essere incluse nelle spese del gratuito patricinio. Lo psicologo di parte- sottolinea il Comitato- e’ una figura fondamentale per non rischiare di cadere nell’agonizzante sistema di vedersi allontanare i figli oppure di vederli collocati dal genitore violento. Molti ‘figli contesi’ sviluppano un modus vivendi altamente dissociativo quando vengono puniti e isolati, per un lungo periodo, dal genitore che lo ha tenuto nel grembo per nove mesi. Avvalersi di un Ctp e’ facoltativo, ma se questa facolta’ si trasforma in un handicap economico che va a incidere sulla decisione del giudice, e’ fuori discussione che non possiamo piu’ assistere alla stesura di perizie scritte a quattro mani, quando il giusto assetto e’ quello di avere un Ctu e due Ctp”.


Conclude il Comitato femminicidio in vita: “Ecco che torniamo a domandare a Voi, presidente Conte e ministro Speranza: perche’ non estendere la legge ‘Istituzione del servizio di Psicologia di base’ approvata ieri in Campania, su tutte le Regioni italiane? Quando un genitore debole economicamente non potra’ pagare la presenza, in Ctu, di un consulente di parte, questa nuova legge potrebbe rispondere a un significativo gap. Il nostro Comitato, e’ sempre giusto ricordarlo, sostiene i genitori, per lo piu’ madri, non affidatarie, ne’ collocatarie dei propri figli”. 

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