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Orso M49 in fuga, le associazioni: “Basta catture, deve vivere in libertà”

Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf scrivono al presidente della Provincia di Trento: "Non ha mai aggredito l'uomo, M49 merita la libertà"

Pubblicato:28-07-2020 13:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:41
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runner ucciso orso
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ROMA -“La seconda fuga di M49 non deve essere fermata da una nuova reclusione al Casteller“, questa è la sintesi della istanza inviata dalle associazioni Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf al presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, dopo che l’orso è nuovamente evaso dal recinto del Casteller dove era detenuto da aprile scorso”.

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“NON HA MAI AGGREDITO PERSONE, COL COLLARE È CONTROLLABILE”

“L’orso- prosegue la lettera- non si è mai reso responsabile di alcuna aggressione all’uomo, ha solamente cercato cibo dove questo era disponibile e non adeguatamente custodito, un comportamento del tutto normale che però è stato sufficiente per bollarlo come ‘orso dannoso e quindi problematico’ offrendo il pretesto alla Provincia di Trento per catturarlo e rinchiuderlo in un recinto del tutto inadeguato e gravemente lesivo della sua etologia. In questo momento l’orso è radiocollarato, quindi in ogni istante è possibile conoscere la sua posizione prevenendo eventuali situazioni di criticità, inoltre si trova in tutt’altra zona rispetto alla sua area originaria, si sono così concretizzate in un solo frangente due alternative all’uccisione che propone lo stesso Pacobace (il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali): traslocazione e radiocollaraggio”.


“NON C’È MOTIVO DI CATTURARLO ANCORA”

Non c’è quindi alcun motivo per procedere con una nuova cattura, M49 ha dimostrato a tutti noi quanto forte sia il suo desiderio di libertà, più grande e forte di qualsiasi recinzione elettrificata e dei tondini di acciaio da 12 millimetri, il Presidente Fugatti riconosca e rispetti la clamorosa lezione impartita da M49 e lo lasci vivere in libertà”, concludono le associazioni.

M49 RESTA NELLA ZONA DI MARZOLA, ‘INDAGINE’ SULLA SUA FUGA

Mentre le associazioni lanciano l’appello per la sua libertà, l’orso M49 ha passato la notte spostandosi solo di un centinaio di metri, quindi rimanendo sostanzialmente nella stessa zona della Marzola dopo la sua fuga dal recinto del Casteller. Lo confermano i forestali della Provincia autonoma di Trento che da ieri sono attivi per presidiare la zona e controllare la localizzazione dell’animale attraverso i segnali emessi dal radiocollare e dalle marche auricolari.

Nel frattempo, al Casteller, questa mattina i tecnici dell’Ispra hanno affiancato il Corpo forestale trentino per ispezionare il punto dal quale l’orso è riuscito a scappare. Gli elementi raccolti serviranno sia a ricostruire con maggiore precisione la dinamica del fatto, ma anche per opportune valutazioni riferite ad un eventuale miglioramento del livello di protezione offerto dalla struttura. Intanto, Romano Masè ha rassegnato stamani le proprie dimissioni da dirigente generale del Dipartimento Agricoltura, Foreste e Difesa del suolo nonché responsabile del Corpo forestale provinciale.

Nel farlo ha parlato di “profondo senso delle istituzioni, attaccamento alla nostra terra, consapevolezza della delicatezza della situazione”. La sua, viene spiegato dalla Provincia, è una “decisione irrevocabile e ferma”. È “sicuramente una scelta difficile- commenta il presidente Maurizio Fugatti- che va anzitutto rispettata, perché l’impegno e la dedizione di un professionista qual è il dottor Masè, merita rispetto accanto al ringraziamento per quanto fatto. Ma è anche, vorrei aggiungere, una scelta che va apprezzata perché denota un profondo senso di lealtà nei confronti delle istituzioni”.

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