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“Rigenerazione sostenibile”, il progetto per ricostruire il territorio del Salento distrutto dalla xylella

Si tratta di una serie di investimenti fatti da parte di aziende agricole ed agroalimentari ma è anche un progetto di ricerca, coordinato dal Dajs e supportato da sei prestigiosi enti pubblici di ricerca

Pubblicato:28-06-2021 18:15
Ultimo aggiornamento:28-06-2021 18:27
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xylella
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BARI – “Rigenerazione sostenibile” il progetto che consentirà al Salento di tornare verde attraverso la ricostruzione dell’agricoltura, del paesaggio e dell’economia del territorio distrutto da xylella fastidiosa. Sarà compito del distretto agroalimentare di qualità jonico Salentino (Dajs) a realizzare il piano di riforestazione per la costruzione di “corridoi ecologici” che andranno a ricreare “il paesaggio verde a cui eravamo abituati e che ora non c’è più, cancellato dalla più grande fitopatologia che si ricordi a memoria d’uomo”. “Rigenerazione sostenibile” è un programma di investimenti fatti da parte di aziende agricole ed agroalimentari ma è anche un progetto di ricerca, coordinato dal Dajs e supportato da sei prestigiosi enti pubblici di ricerca: Università del Salento (Unisalento), Istituto Agronomico Mediterraneo (Ciheam), Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), Centro Nazionale Ricerche (Ipsp – Cnr), Università degli Studi di Bari (Uniba), Politecnico di Bari (Poliba).

“Lanciamo una grande mobilitazione territoriale, attraverso le comunità. Il Dajs si offre come supporto tecnico: facciamo emergere questa volontà di rinverdire il Salento, sia che si tratti di enti pubblici, ma anche privati, che siano imprese agricole, ma che sia anche il singolo che ha un pezzo di terra e non sa che farne”, dichiara Pantaleo Piccinno, presidente del Dajs. “Dobbiamo ricostruire un’agricoltura che abbia come obiettivo il benessere della collettività. Il progetto di Rigenerazione Sostenibile – ha sottolineato il rettore di UniSalento, Fabio Pollice – che condividiamo con il Dajs, va proprio in quella direzione. È un progetto corale che vede Unisalento impegnata assieme agli altri enti di ricerca nel tracciare una strategia unitaria, con il contributo essenziale delle imprese e di tutte le comunità locali, a partire dall’individuazione, in ciascun comune, di aree potenzialmente oggetto di riforestazione. L’Università del Salento, assieme agli altri enti di ricerca, è pronta a mettere in campo tutte le professionalità e le competenze per supportare questo progetto epocale”.

La riforestazione, ha ricordato Teodoro Miano dell’Università di Bari e componente del comitato tecnico-scientifico del Dajs, riguarderà un territorio di 7 mila chilometri quadrati, tre province, Lecce, Brindisi e Taranto. “Un’area che può diventare un grande laboratorio per una sperimentazione ambientale che potrà realizzare un modello da emulare a livello internazionale – ha detto il docente di Uniba – è importante ora sensibilizzare le comunità locali sull’opportunità di investire in un sistema di riforestazione, di connessione di piccole porzioni di territorio che riproducano l’ossigeno che manca dopo la perdita di milioni di ulivi. Il bosco che immaginiamo per il Salento non avrà solo valore estetico ma anche produttivo: pensiamo al carrubo e ad altre essenze che potranno creare filiere produttive aggiuntive”. 


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