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La Valle d’Aosta testa il progetto contro il dissesto geologico

Il progetto "Rita - Risposta Impatti Tempesta Alex" si occuperà di mitigare gli effetti degli eventi climatici e sarà presentato nel bando del Programma di Cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alcotra

Pubblicato:28-06-2021 16:26
Ultimo aggiornamento:28-06-2021 16:26
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montagna valle d'aosta
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AOSTA – Un progetto per mitigare gli effetti degli eventi climatici eccezionali, come la tempesta Alex che si è abbattuta anche sulla Valle d’Aosta il 2 e 3 ottobre scorso: si chiama “Rita – Risposta Impatti Tempesta Alex” e sarà presentato nel bando del Programma di Cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alcotra 2014/2020, in scadenza il prossimo 30 giugno.

Il progetto, costo complessivo di oltre un milione di euro, sarà coordinato dalla struttura Opere idrauliche dell’amministrazione regionale e si avvarrà di partner italiani e francesi: il Politecnico e il Cnr-Irpi di Torino, il Centro di Nazionale di Ricerca francese Inrae e l’Università della Savoia di Chambery.

Il territorio valdostano sarà studiato dagli istituti di ricerca coinvolti e si trasformerà in una sorta di “laboratorio a cielo aperto” utile a “definire le procedure di contrasto contro il dissesto geologico ricercando soluzioni operative tecnologicamente avanzate” per “migliorare la capacità di risposta del sistema regionale agli eventi calamitosi eccezionali”, come afferma l’assessore alle Opere pubbliche Carlo Marzi.


Tra le iniziative previste dal progetto, c’è l’aggiornamento della modellazione numerica di alcuni tratti della Dora Baltea e dei torrenti della valli laterali. I dati raccolti saranno utili per acquisire ulteriori informazioni sulla pericolosità idraulica correlata all’esondazione dei corsi d’acqua. Per la sua realizzazione, l’amministrazione regionale spenderà 450.000 euro, di cui 360.000 a carico della quota di autofinanziamento per la realizzazione di interventi di ripristino delle opere di difesa idraulica del territorio e 90.000 euro a carico dei contributi pubblici Fesr (per l’85%) e del Fondo di rotazione statale (per il 15%).

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