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La Fiom di Genova chiede a Toti di restituire la felpa: “Dichiarazioni gravi sul sindacato”

Secondo la sigla: "In questi giorni sono apparse improvvide, gratuite dichiarazioni del governatore nei confronti della Fiom, dei suoi 6.000 iscritti e dei lavoratori"

Pubblicato:28-06-2021 16:07
Ultimo aggiornamento:28-06-2021 18:03

Toti con felpa Fiom
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GENOVA – La Fiom di Genova chiede al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, la restituzione della felpa regalata anni fa dopo una manifestazione per chiedere il rispetto dell’accordo di programma sullo stabilimento ex Ilva di Cornigliano. “Per noi, la felpa della Fiom non è solo una felpa, ma un simbolo equivalente ad una bandiera– spiega il sindacato, in una lettera inviata al governatore- in questi giorni sono apparse sue improvvide, gratuite e anche gravi dichiarazioni nei confronti della Fiom, dei suoi 6.000 iscritti e dei lavoratori. Le confessiamo che ci siamo domandati il perché e l’unica risposta che ci siamo dati è un’esigenza elettorale per sviluppare il suo piccolo partito”.

La reazione della Fiom è piccata: “Le sue dichiarazioni non meritano una nostra risposta, tuttavia è evidente che hanno fatto venire meno l’unità dialettica tra opposti e con rammarico dobbiamo constatare che restano solo gli opposti. Pertanto, siamo per cortesia a chiederle di restituirci la felpa della Fiom, ci dica lei quando e dove”.

TOTI: “HO CUSTODITO CON CURA LA FELPA FIOM, SONO PRONTO A RESTITUIRLA”

“Cari amici della Fiom, ho custodito con attenzione la felpa che mi avete regalato, considerandola un prestito, simbolico e significativo, di cui avere cura, in quanto rappresentante di tutti i cittadini liguri. E sono pronto a restituirla in ogni momento, ma non riesco comunque a comprendere le ragioni della vostra richiesta”. Così il presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, in una lettera aperta in riposta alla richiesta della Fiom genovese di restituire la felpa donatagli dal sindacato dei metalmeccanici.


Ho riletto con attenzione le mie dichiarazioni e fatico a trovarne di irrispettose verso la vostra organizzazione e, più in generale, verso l’impegno del sindacato a favore dei lavoratori- prosegue il governatore- sono certo che condividerete con me la ferma condanna di ogni azione violenta come strumento di rivendicazione sociale. Sono sicuro che la Fiom concordi con me sul fatto che gli agenti in divisa siano lavoratori da tutelare come gli altri, e forse anche di più, vista la delicatezza del loro compito, spesso meno pagato e più rischioso di altri”.

Toti scrive ancora di essere “altrettanto convinto che la vostra organizzazione sia d’accordo con me quando dico che ogni azione di rivendicazione è sempre legittima, ma deve rigorosamente svolgersi nel rispetto della legge. E, quindi, non ho dubbi che anche voi, come me, condanniate nel modo più fermo il ferimento di agenti, sicuramente non voluto ma purtroppo accaduto, che stavano semplicemente assolvendo al loro dovere”.

Nel messaggio Toti dice “che il tentativo di occupare palazzi delle istituzioni, che rappresentano tutti i cittadini, sia una forzatura che travalica le regole delle relazioni industriali e delle legittime azioni di protesta. Non ho avuto difficoltà a giudicare inappropriato il ricorso alla cassa integrazione da parte dell’azienda e a giudicare legittime le azioni sindacali intraprese, ovviamente fino a quando la protesta non è degenerata in atti contrari alla legge. E sono altrettanto certo del fatto che la Fiom, sempre attenta ai diritti dei più deboli, si renda perfettamente conto che le legittime rivendicazioni di una categoria di lavoratori non possano essere messe davanti ai diritti di altri lavoratori che subiscono invece un danno”.

Per il governatore, “il blocco di strade e altre azioni di questo tipo, oltre a essere illegali, reca danno a tutta una serie di altri lavoratori: negozianti e commessi, autotrasportatori, rappresentanti di commercio e molti altri, forse ancor più in difficoltà e meno tutelati dal sistema nazionale degli ammortizzatori sociali. Pertanto, non mi è chiaro il senso della vostra missiva, a meno che non abbia frainteso, e che quindi la Fiom approvi azioni violente, illegali e illegittime come strumenti di lotta sindacale. Questa sì, sarebbe per me fonte di amarezza”. Per questo, conclude, “siccome non voglio credere che tutto questo sia vero, vorrei conoscere nel merito quali sarebbero le mie riprovevoli azioni, pronto ovviamente, sia pure con dispiacere, a restituire il vostro simbolo”.

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