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Peste suina cresce in Piemonte e Liguria, misure in Vda

L'epidemia si allarga, l'assessorato della Regione ricorda cosa fare

Pubblicato:28-05-2023 12:25
Ultimo aggiornamento:28-05-2023 12:25
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(DIRE – Notiziario Sanità e Politiche sociali) Aosta, 28 mag. – C’è preoccupazione per l’evoluzione dell’epidemia di peste suina africana in Piemonte e Liguria, “in lenta, ma progressiva espansione sui versanti est ed ovest delle zone di infezione primarie”. Per questo, l’assessorato alla Sanità della Regione Valle d’Aosta ha informato che per mettere in sicurezza le aree (province e regioni) limitrofe alle zone di restrizione caratterizzate da una forte vocazione zootecnica, il commissario straordinario alla peste suina africana, Vincenzo Caputo, ha firmato un’ordinanza che procede alla revisione complessiva delle misure adottate dallo scorso anno. Nell’ordinanza sono armonizzate le misure di eradicazione, controllo e prevenzione della malattia da applicarsi nelle zone infette, nelle zone di restrizione e nelle zone confinanti, istituite sul territorio nazionale e fornisce nuove indicazioni di controllo in caso di conferma di peste suina africana nei suini detenuti e dispone che le regioni provvedano all’eradicazione della malattia nella specie cinghiale, al completamento del censimento di tutti gli stabilimenti che detengono suini ed immediato aggiornamento della Banca dati nazionale dell’anagrafe zootecnica, alla verifica dei livelli di biosicurezza degli allevamenti e al controllo virologico di tutte le carcasse di suini selvatici ritrovati sul proprio territorio.

“La Valle d’Aosta è al momento ancora indenne dalla malattia e dal 2022, anno in cui è stato presentato il Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nei suini di allevamento e nella specie cinghiale, sono state messe a punto delle strategie per limitarne l’ingresso” si legge in una nota dell’assessorato. Il Corpo forestale della Valle d’Aosta, con il supporto dei cacciatori formati, è impegnato nel monitoraggio del territorio attraverso la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale e le operazioni di depopolamento della specie. I servizi veterinari dell’Usl della Valle d’Aosta hanno intensificato i controlli della biosicurezza negli allevamenti di suini e cinghiali. L’Istituto zooprofilattico sperimentale fa le analisi per la ricerca del virus in tutte le carcasse di cinghiali e di suini rinvenuti morti. Tutte queste operazioni di monitoraggio e controllo vengono effettuate anche nel Parco naturale del Mont Avic e nel Parco nazionale del Gran Paradiso. Sono inoltre stati coinvolti i comuni e la popolazione per quanto concerne il divieto di immissione di rifiuti nell’ambiente e la sorveglianza passiva, incentivando la segnalazione del rinvenimento di carcasse di cinghiale.

La peste suina africana può avere gravissime ripercussioni sulla salute della popolazione animale interessata e sulla redditività del settore zootecnico suinicolo, con possibili pesanti ripercussioni economiche in relazione al blocco delle movimentazioni delle partite di suini vivi e dei relativi prodotti derivati all’interno dell’Unione Europea e nell’export. Maiali e cinghiali sani possono contagiarsi tramite contatto con animali infetti, compreso il contatto tra suini che pascolano all’aperto e cinghiali selvatici, tramite ingestione di carni o prodotti a base di carne di animali infetti, scarti di cucina, broda a base di rifiuti alimentari e carne di cinghiale selvatico infetta (comprese le frattaglie) oppure attraverso il contatto con qualsiasi oggetto contaminato dal virus, come abbigliamento, veicoli e altre attrezzature. Le attività umane sono le principali responsabili della diffusione della malattia sulle lunghe distanze.
L’assessorato invita la popolazione a segnalare alla autorità competente il rinvenimento di esemplari di suini selvatici morti o moribondi contattando la Forestale al numero 1515; non alimentare i suini domestici e selvatici con scarti alimentari e impedirne l’accesso ai rifiuti sia in ambiente domestico che pubblico. Non rilasciare rifiuti di origine animale nell’ambiente. È obbligatorio identificare tutti i suini, anche quelli “da compagnia”: i suini non identificati, per i quali sia impossibile risalire al proprietario, e i suini selvatici o domestici detenuti illegalmente dovranno essere sequestrati dall’autorità competente e ne potrà essere disposto l’abbattimento.


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