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Al Motogp del Mugello ritirato il 46 di Valentino Rossi: “Bello farlo qui”

Cerimonia ufficiale in pista, "potevamo correre ancora ma sono vecchio"

Pubblicato:28-05-2022 16:27
Ultimo aggiornamento:29-05-2022 12:41

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ROMA – Il 46 adesso è davvero leggenda. Dici 46 e dici Valentino Rossi, per sempre. Inscindibili, da oggi ancora di più un nome legato a un numero. Come Michael Jordan e il 23, come Maradona con il 10. La pista del Mugello consegna ufficialmente alla storia il simbolo del motomondiale italiano e con una cerimonia in occasione del Gran Premio d’Italia la Motogp ritira il 46 di Vale: nessuno forse lo avrebbe mai usato, ma sapere che a nessuno sarà mai più permesso di metterlo sulla carena, rende più magico il sapore delle imprese del ‘Dottore’. Il 46 è il terzo numero, dopo il 34 di Kevin Schwantz e il 65 di Loris Capirossi, a essere tolto dalla circolazione perché nessun nome potrà essere associato al nove volte campione del mondo.

Da oggi dunque il numero 46 è un ‘trofeo’ che Valentino si porta a casa. In pista, davanti alla tribuna del traguardo sempre colorata di giallo e che lo acclama con “Vale, Vale”. A consegnarlo nelle mani del legittimo proprietario sono Carmelo Ezpeleta, ad della Dorna, e Jorge Viegas, presidente della Federazione internazionale moto. Poco più in là gli amici e i colleghi, forse ingiusto chiamarli ex: da Bagnaia a Rins e Mir, sono venuti tutti a rendergli il tributo che già aveva riempito di malinconia il 24 ottobre del 2021, giorno del ritiro di Rossi, alla sua ultima gara.

“Grazie a tutti per il tifo e l’emozione di tutti questi anni”, dice Vale, al quale giustamente fanno notare che è lui quello da ringraziare. “Ci ringraziamo a vicenda, dai- corregge- Il pubblico del Mugello è stato sempre emozionante, dicevo agli amici ieri sera che il giro della domenica mattina del Mugello è una delle emozioni più grandi per un pilota di moto”. Ecco perché ritirare il 46 “è bello farlo qui”. Applausi, Rossi scatena il popolo giallo, si mette in posa per le foto e stringe mani. Ancora una volta, per sempre, star assoluta. Con un pizzico di malinconia. “Peccato, potevamo correre altri 3-4 anni, ma mi fanno male la schiena e le ginocchia e da lì ho capito che ero vecchio. Però è stato bellissimo”. Grazie Vale, sipario.


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