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Fontana: “Lombardia vicina al 50% di copertura vaccinale. Ora si potrebbe togliere il coprifuoco”

Il governatore pensa a qualche ulteriore apertura in vista di dati incoraggianti

Pubblicato:28-05-2021 11:05
Ultimo aggiornamento:28-05-2021 12:29
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attilio fontana
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Di Marialaura Iazzetti

MILANO – “Noi siamo vicini a raggiungere quasi il 50% della copertura vaccinale. Una volta raggiunto questo dato, tenendo conto che ci stiamo avvicinando all’estate, credo che si possa concedere qualche ulteriore apertura“. A dirlo è Attilio Fontana, governatore della Lombardia, durante il suo intervento al convengo ‘Salute direzione Nord’, organizzato a Palazzo delle Stelline.

Per poter decidere come proseguire il percorso di graduale ritorno alla normalità secondo Fontana bisogna “esaminare i dati, la situazione e fare dei raffronti con gli altri paesi che prima di noi hanno affrontato questa riapertura”. Il governatore oggi incontrerà il governo proprio per parlare di riaperture. “Un anno è lungo, un anno e mezzo ancora di più. Le persone iniziano a far fatica a rispettare i vari limiti”, chiosa. “Io dico che il coprifuoco si potrebbe togliere” ha dichiarato Fontana, aggiungendo che in qualsiasi caso, se il coprifuoco c’è “va rispettato”.


Il governatore commenta poi il rapporto con il governo guidato da Mario Draghi: i due aspetti positivi di questo nuovo esecutivo– a detta del presidente- sono “la sensibilità verso le istanze presentate e il fatto di avere una “linea”, di sapere “dove voler arrivare”.

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E LA REGIONE SI PREPARA PER I RICHIAMI AUTUNNALI

La Lombardia si sta già preparando per la campagna vaccinale dei richiami autunnali dell’anno prossimo. A settembre, d’altronde, come ha ricordato Guido Bertolaso a margine dell’evento milanese ‘Salute Direzione Nord’, scade l’immunità per gli operatori sanitari e gli over 80. “Credo che non sia solamente la Regione che ci sta pensando. Sono convinto che anche a livello governativo si stia ragionando su cosa fare all’inizio dell’autunno. Gli scienziati di nostro riferimento condividono il nostro parere che sarà necessaria una dose di richiamo a partire dal nono mese dalla prima inoculazione“, spiega il consulente lombardo per la campagna vaccinale.

Bisognerà cambiare, però, il sistema di somministrazione. “Come ha detto l’assessora al Welfare, Letizia Moratti, i grandi centri – aggiunge – dove oggi stiamo vaccinando 5.000-6.000 persone al giorno torneranno alla loro destinazione”. Bisognerà, quindi, coinvolgere ancora di più “il personale sanitario che ha la responsabilità delle attività di prevenzione: i farmacisti, i pediatri di libera scelta e tutte le aziende che giustamente vogliono vaccinare i dipendenti”.

Secondo il consulente lombardo, “è abbastanza assodato che l’immunità che ti dà il vaccino dopo una certa quantità di tempo comincia a calare“. Proprio per questo motivo, “l’unico modo che si ha per tenere sotto controllo la diffusione dell’epidemia sarà quello dei richiami come si fa in molte altre patologie infettive”. Bertolaso promette che entro fino giugno la Lombardia “avrà pronta la sua campagna vaccinale di richiamo con tempi, procedure, modalità e costi definiti” e sostiene che “questo genere di attività debba essere sicuramente organizzata per un paio di anni“.

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