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di Adele Palumbo
TORINO – “Torino a cielo aperto” è pronta, i dehors ci sono, ma i torinesi sembrano preferire la via della prudenza, almeno di giorno. E i tavolini del centro restano vuoti durante la pausa pranzo. Complice la chiusura prolungata di Palazzo Nuovo e l’assenza di turisti, i locali di via Po appaiono più in difficoltà degli altri a ripartire.
“Avevamo un dehors molto ridotto e con le nuove regole siamo riusciti ad ampliarlo- racconta Alessandro Furgato del bar Carpe Diem-, ma servono più clienti per tornare alla normalità“.
E’ stata una ripartenza sotto tono anche per i locali di piazza IV marzo, generalmente affollatissimi anche durante la pausa pranzo. “Nessuno vuole più stare dentro” spiegano i camerieri di Casa Broglia. Non solo bar e ristoranti hanno sposato la politica di “Torino a cielo aperto”, allargandosi sotto i portici e nelle aree verdi in attesa che torni il flusso normale di clienti.
In via Po, ad esempio, alcuni negozi di scarpe e la farmacia dell’Università hanno predisposto delle panchine dove i clienti possono sedersi in attesa del proprio turno. Immancabile la scritta “Andrà tutto bene”.
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