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D’Anna: “Saviano icona farlocca, sue parole valgono come due di briscola”

ROMA - “Ho spezzato una lancia a favore di magistrati

Pubblicato:28-05-2016 14:49
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:47

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ROMA – “Ho spezzato una lancia a favore di magistrati e forze dell’ordine. Chi compra un appartamento panoramico a Manhattan e rivolge pensosi pensieri sulle sorti del bene in Italia è farlocco. La battaglia antimafia ha procurato a Saviano proventi milionari con cui ha comprato casa a Manhattan, mentre ci sono carabinieri e poliziotti che con 1.300 euro al mese si fanno un mazzo cosi e rischiano la vita. Loro sono i veri eroi, le vere icone dell’antimafia”. Il senatore verdiniano di Ala Vincenzo D’Anna a La Zanzara su Radio 24 torna ad attaccare Roberto Saviano dopo le polemiche sulla scorta dei giorni scorsi.

Non esiste un camorrista in Italia- dice D’Anna- che vuole ammazzare Saviano. Se ne fregano altamente. I camorristi guardano al vantaggio, al guadagno fraudolento. Saviano non dà fastidio a nessuno. Mario Puzo quando ha scritto Il Padrino girava con la scorta? No. Quali pericoli- insiste D’Anna- sono venuti alla camorra dal libro di Saviano? Nessuno, tranne forse il pericolo dell’emulazione. Quale la concreta minaccia?”.


Ma perché lei vuole togliere la scorta a Roberto Saviano? “C’è una recente sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha accertato l’infondatezza delle minacce che erano alla base della scorta assegnata alla senatrice Capacchione e allo scrittore Saviano. Se quelle minacce erano false, la scorta non va più assegnata. Alfano ci deve spiegare quali altre minacce ci sono per tenere impegnati 8 carabinieri e 3 macchine di cui 2 blindate. La scorta costa 2-3 milioni di euro l’anno mentre abbiamo carabinieri che non possono mettere la benzina nelle auto e commissariati che non hanno internet. Abbiamo tanta gente che fa la lotta alla camorra a 1200 euro al mese”.

D’Anna ce l’ha anche con la senatrice del Pd Capacchione: “Ha due carabinieri di scorta e una macchina che la porta avanti e indietro da Caserta a Roma. A spese dei contribuenti. Se non ci sono minacce a cosa serve questa scorta?”. Poi torna ad attaccare lo scrittore: “Le parole di Saviano valgono come il due di briscola, non ha titoli per essere il metro della morale di nessuno. E’ stato trasformato in un’icona. Vi rendete conto che ha detto che la Rai non doveva permettere a D’Anna di dire certe cose? Siamo alla megalomania, all’io ipertrofico. La Rai non deve ospitarmi perché non riconosco Saviano. Vi rendete conto? Io sono una persona perbene, più di Saviano. Ho detto che il Re è nudo e sono diventato un farabutto. Mi hanno messo al rogo come Giordano Bruno”.

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