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La tre giorni di Fratelli d’Italia a Milano: i primi commenti

Meloni e il suo partito del dopodomani

Pubblicato:28-04-2022 19:57
Ultimo aggiornamento:28-04-2022 20:08
Autore:

giorgia meloni
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di Nicola Perrone, Michele Bollino, Luca Monticelli, Alessandra Fabbretti, Nicola Mente e Emiliano Pretto

ROMA – “Il vero Conservatore è persuaso di essere, se non l’uomo di domani, certamente l’uomo del dopodomani” si legge nel Manifesto dei conservatori di Giuseppe Prezzolini, ristampato a suo tempo con una nuova introduzione di Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2, che domani sul tema parlerà alla grande Convention organizzata dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni a Milano. Forse, scorrendo il programma di Prezzolini, non è sbagliato pensare che proprio qui ci sono molte di quelle idee che presto potrebbero portare sulla scena italiana una rinnovata forza politica, quella dei Conservatori appunto. Un partito che non ha la testa girata all’indietro, anzi: perché il vero Conservatore “non è contrario alle novità perché nuove… ma non scambia l’ignoranza degli innovatori per novità”.

Se guarda indietro è per andare avanti. Cerca ispirazione nei “fondamenti della vita sociale” (proprietà privata, famiglia, patria e religione) al fine di trovare soluzioni adatte ai problemi del presente. La storia è cambiamento continuo ma una società libera sa trovare, da sola, le istituzioni sociali e i valori morali intorno alle quali raccogliersi e costruire il futuro.


Il vero Conservatore, insiste Prezzolini, “è realista”… si schiera per il permanente contro il transeunte, per il provato contro il teorizzato, per i provvedimenti graduali contro le utopie rivoluzionarie. Ride di chi proclama l’uguaglianza degli uomini, alla quale preferisce la giustizia. Vuole la separazione dei meritevoli dagli incapaci. Crede nella competizione.

Per il vero Conservatore, lo Stato deve essere forte ma anche minimo: “Dovrebbe limitarsi a provvedere, in modo tecnico perfetto, la sicurezza dell’indipendenza nazionale, le comunicazioni rapide e a buon mercato, l’igiene necessaria alla salute della popolazione, la scuola che sa scegliere i migliori, una vecchiaia non questuante, la cura delle malattie gratuite; e soprattutto dovrebbe offrire un corpo di giudici imparziali, un codice di leggi chiare, una esecuzione della giustizia rapida e poco costosa per tutti ed una stabilità che permetta ai cittadini di provvedere al futuro con una certa sicurezza”.

Oltre a Prezzolini sicuramente Roger Scruton è l’altro faro che illumina il percorso. Nel pensiero di Scruton, scomparso nel 2020, l’insoddisfazione non è tanto per dove il mondo (e il cosiddetto Occidente) è arrivato ma ‘dove sta andando’. Scruton, afferma Niccolò Mochi-Poltri, non ha punti di riferimento nel passato, una configurazione sociale da ripristinare dopo che è stata guastata da una rivoluzione… “egli dialoga sempre con il presente… Il suo conservatorismo non è nostalgico ma dialettico. In quanto tale non ha niente da spartire con nessuna forza di reazionarismo”. Semplificando molto, per Scruton il conservatorismo consiste ‘nel mantenimento di una ecologia sociale’, dove per ecologia di deve intendere ‘un sistema complesso in cui il tutto è organicamente composto dalle varie parti… una situazione di armonia complessiva tra parti organicamente legate’.

PERA: “ECCO IL PARTITO DEI CONSERVATORI

La tre giorni organizzata da Fratelli d’Italia a Milano rappresenta “una sfida strategica molto importante”, che “supera i confini della città dove viene fatta” e vuole “portare in Italia una nuova famiglia politica, quella dei conservatori. E credo che gli alleati di centrodestra farebbero bene a meditare su questa proposta”. Ne è convinto l’ex presidente del Senato, Marcello Pera, intervistato dalla Dire in vista della convention “Italia, energia da liberare”, organizzata dal 29 aprile al 1 maggio dal partito di Giorgia Meloni.
Secondo Pera quella che viene lanciata con questa iniziativa “è una sfida e loro dovranno rappresentarla e vincerla. Di partito conservatore in Italia non ne abbiamo avuto tanto. È un movimento politico che non è mai esistito in quanto tale. Partito conservatore vuol qualcosa simile ai Tory inglesi e al Partito Repubblicano americano, una cosa nuova, questa è la sfida”.

Il presidente Pera allarga poi lo sguardo alle elezioni che hanno visto la sconfitta di Marine Le Pen, alleata di Giorgia Meloni, alle presidenziali francesi. Per Pera il risultato della Le Pen per la politica italiana è “del tutto irrilevante”. Anzi, aggiunge, “questa mi pare un’iniziativa della Meloni per rendersi autonoma rispetto agli schieramenti internazionali precostituiti”.

FONTANA: “NESSUN GUANTO DI SFIDA”

“Io personalmente non lo vedo come un guanto di sfida, ma come una legittima predisposizione ad un incontro per cercare di parlare del futuro e per organizzare progetti e programmi che intendono portare avanti. Li vado a trovare proprio perché li considero compagni importanti di cordata come Forza Italia e come tutte le componenti della nostra maggioranza”. Il governatore lombardo Attilio Fontana non si scompone per la tre giorni di convention programmatica con cui FdI atterra a Milano da domani, a casa degli alleati leghisti. Il presidente interverrà a portare i propri saluti istituzionali.

I rapporti tra Lega e FdI insomma per Fontana sono più che distesi, anche in ottica regionali: “Siamo un’amministrazione che ricomprende in maggioranza Fdi e che è sempre andata d’accordo in tutto e per tutto. Mi stupirebbe il contrario”. D’altronde, qualche dubbio sulla tenuta delle alleanze di centrodestra attualmente c’è, in un momento in cui i meloniani paiono avere il vento in poppa e la voce grossa, considerando le recenti tensioni riguardanti le scelte di coalizione in vista delle regionali siciliane del prossimo anno. Qualcuno dice che un mancato appoggio al governatore uscente Nello Musumeci potrebbe costringere FdI a sfilarsi al sostegno di candidati in altre regioni. Meloni in sostanza nell’isola chiede di stabilire il candidato regionale unitamente al candidato sindaco a Palermo. Fontana tuttavia non pare essere troppo preoccupato per possibili onde d’urto in altri territori. “Quello che so lo leggo sui giornali, credo che stiano cercando di trovare una composizione e penso che la troveranno”, afferma sul quadro siciliano.

MANTOVANO: “PUNTARE SU FAMIGLIA O NON C’È FUTURO”

Alfredo Mantovano, ex esponente del centrodestra, prima nelle fila di An e poi nel Popolo della libertà, ha lasciato l’attività parlamentare e politica, tornando a fare il magistrato, però parteciperà alla kermesse di Giorgia Meloni a Milano. “Sono stato invitato come esterno per fare un intervento sulla famiglia“, spiega parlando al telefono con la Dire. Più che sull’aspetto etico o confessionale, il contributo di Mantovano verterà “sul rischio estinzione di una intera comunità“.

Infatti, prosegue, l’Istat nel 2021 ha costatato “la nascita di 399 mila bambini, a fronte di 799 mila morti, un gap di 400 mila unità. Per avere un dato in pareggio dobbiamo tornare al 2006, quindi abbiamo di fronte un trend che va affrontato senza perdere tempo”.

Un altro dato che Mantovano intende portare all’attenzione riguarda l’indice di vecchiaia, ovvero la presenza di 182 anziani ogni 100 giovani: “Questo significa meno entrate fiscali e più spese per il welfare. Un Paese con questi numeri non ha futuro”.

“Il senso del mio intervento- prosegue il magistrato- è prospettare l’abbandono di misure spot come i bonus, che oggi ci sono e domani non si sa, per una politica di ampio respiro che garantisca stabilità a chi vuole mettere al mondo un figlio”.

Anche l’assegno unico non sembra la riforma giusta per spingere la natalità, secondo Mantovano. “Si basa sull’Isee, i cui parametri andrebbero rivisti perché svantaggiano le famiglie con figli. E alcuni nuclei- continua- rischiano di percepire meno soldi rispetto al vecchio regime delle detrazioni. Bisognerebbe lasciare libertà di scelta tra l’assegno unico e il vecchio sistema”.

Inoltre, “il problema più grosso di oggi è la conciliazione dei tempi del lavoro con la famiglia, soprattutto per le donne. Lo smart working è una misura praticabile per le dipendenti, mentre le professioniste con figli piccoli potrebbero usufruire di una super deduzione”. Insomma, “serve uno sforzo fantasioso e una prospettiva di stabilità”.

PONTECORVO: “L’ITALIA RICORDI A UE E NATO FIANCO SUD”

L’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato non modificherà gli equilibri militari, ma sposterà quelli politici, creando un ulteriore sbilanciamento dell’Alleanza verso nord. Non c’è dubbio che la Russia rappresenti una minaccia, ma il mio timore è che il versante sud, quello mediterraneo, stia scivolando pericolosamente in secondo piano. In Europa però, l’attenzione agli interessi di sicurezza dovrebbero essere più equilibrati e un paese come l’Italia, tra i più toccati dalla ‘minaccia’ della Libia, dovrebbe avere un approccio più assertivo, che ultimamente mi sembra sia mancato. Se vogliamo che l’Ue e i partner atlantici curino anche i nostri interessi, dobbiamo assumere un ruolo di guida”. Questa la posizione dell’ambasciatore Stefano Pontecorvo, che nella sua articolata carriera ha ricoperto gli incarichi di vice-capomissione dell’ambasciata italiana a Mosca e di Alto rappresentante civile della Nato in Afghanistan.

Pontecorvo parla con l’agenzia Dire a margine del panel ‘Italia ed Europa, la responsabilità di assumere un ruolo geopolitico internazionale’, nell’ambito della convention programmatica organizzata a Milano da Fratelli d’Italia. Pontecorvo contesta il fatto che “in ambito Ue, i problemi che giungono dalla sponda sud del Mediterraneo sono di Italia, Malta e Grecia, mentre quelli provenienti dalla Russia sono collettivi. Questo orientamento è un dato di fatto e lo osserviamo non solo coi partner europei, ma anche con quelli atlantici”.

Una situazione che secondo l’ambasciatore “non va bene perché il principio della sicurezza collettiva vale sempre. Anche quando la minaccia proviene dalla Libia, come ben sanno i nostri servizi di intelligence e la Nato stessa”.

L’ambasciatore Pontecorvo ricorda: “non è un caso se negli ultimi vent’anni la maggior parte delle nostre istallazioni militari sia stata spostata dal nord al sud dell’Italia”. Una “migrazione” di forze e armamenti che non ha seguito solo un input della nostra Difesa “ma anche quello Nato, che ci chiede di coprire il fianco sud dell’Europa”.

Lo sbilanciamento ad est a cui si assiste ora “è naturalmente legato alla minaccia russa: con migliaia di soldati in Ucraina è un pericolo percepito in maniera molto più netta rispetto a quello libico. Ma proprio la guerra in Ucraina- avverte l’esperto- sta determinando una crisi nell’approvvigionamento di cibo e dobbiamo quindi aspettarci nuova instabilità in tanti paesi dell’Africa. D’altronde le primavere arabe scoppiarono anche per il pane. L’Ue e la Nato dovrebbero cercare di non farsi trovare impreparate, come già accaduto con l’Ucraina”.

In questa analisi rientra anche la recente operazione militare che la Turchia ha sferrato negli ultimi giorni contro i curdi in Iraq e in Siria? “Le azioni di Ankara in quei paesi hanno scarsa incidenza militare e politica- risponde l’ambasciatore- tuttavia puntare l’attenzione solo su una questione internazionale permette anche ai paesi di curare meglio i propri interessi”.

ROSCIOLI: “A MILANO PER RACCONTARE IL TURISMO CHE VORREMMO”

“Credo che la convention di Fdi a Milano sarà un momento importante per fare il punto della situazione sul turismo nel nostro Paese. Dal palco farò una fotografia dello stato del turismo italiano, diviso per vari settori: dalla villeggiatura alla montagna fino alle città d’arte. Racconterò bene quello che è successo negli ultimi due anni e ragioneremo sulle proiezioni per i prossimi due-tre che sono gli anni in cui speriamo che il turismo possa cambiare. Parleremo di quando si riprenderà e di come vorremmo si trasformasse: un turismo che deve essere sempre più di qualità”. Così Giuseppe Roscioli, vicepresidente vicario di Federalberghi, parlando della convention ‘Italia, energia da liberare’ organizzata da Fratelli d’Italia a Milano dal 29 aprile all’1 maggio.

COGHE (PRO VITA): “DAREMO IL NOSTRO CONTRIBUTO”

“Siamo contenti di poter dare il nostro contributo in questo importante appuntamento per Fratelli d’Italia” spiega all’agenzia Dire, Jacopo Coghe, Vicepresidente di Pro Vita e Famiglia, e aggiunge: “In un contesto sociale in cui si formano sempre meno famiglie e nascono sempre meno figli crediamo si debba ripartire dalla Costituzione, dall’articolo 29 che ‘riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio’, quindi su un patto serio e responsabile che la coppia di sposi si assume non solo privatamente ma anche nei confronti della società, da cui riceve perciò benefici, e dall’articolo 31, che impone alla Repubblica di agevolare le famiglie numerose, la maternità e l’infanzia. Occorre poi difendere con più forza il diritto di priorità educativa dei genitori rispetto allo Stato, arginando la colonizzazione ideologica del Gender denunciata dallo stesso Papa Francesco” chiude Coghe.

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