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Progettata da Michelangelo, la Biblioteca Medicea Laurenziana racconta i suoi undicimila manoscritti

Tra gli esempi dei testi più antichi il Virgilio Mediceo, "uno dei testimoni tardoantichi più importanti del testo delle opere di Virgilio, datato al V secolo dopo Cristo"

Pubblicato:28-04-2022 14:45
Ultimo aggiornamento:28-04-2022 14:54
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FIRENZE – Le piccole pagelle in legno riportano l’elenco degli autori. Ogni banco ne ha una e ognuna segna il contenuto di quel banco. I manoscritti sistemati in posizione orizzontale e suddivisi per materie sono assicurati alla loro postazione con una catena. Sono tutti rilegati in cuoio marocchino rosso. A volerli così è Cosimo I de’ Medici. L’occasione è l’inaugurazione della Biblioteca Medicea Laurenziana, aperta nel 1571 all’interno del complesso monumentale che la potentissima famiglia fiorentina possiede nel cuore della città, in piazza San Lorenzo. La sua realizzazione si deve a Papa Clemente VII, al secolo Giulio de’ Medici, nipote del celebre Lorenzo il Magnifico.

Umanista e amante delle arti, Lorenzo accresce la raccolta di preziosi manoscritti iniziata da Cosimo il vecchio. Così, nel 1524 il Pontefice dà il via ai lavori e affida il progetto a Michelangelo Buonarroti. Pochi anni dopo, nel 1534, l’artista lascerà Firenze per Roma, ma la Biblioteca sarà costruita seguendo i suoi progetti. È allora, sul disegno del Buonarroti, che prende corpo il vestibolo con i tre ordini di doppie colonne e la sua scalinata, pensata da Michelangelo in legno di noce, ma realizzata in pietra serena. Sua anche l’idea della maestosa Sala di lettura, luminosissima grazie alle due file di finestre poste ai lati e poste in corrispondenza dei banchi, chiamati plutei, che l’ingegno di Michelangelo pensa nella duplice funzione di leggio e di custodia dei testi.

La disposizione michelangiolesca rimane intatta fino agli inizi del Novecento, quando i preziosi volumi vengono rimossi dai plutei e, per una migliore conservazione, vengono sistemati negli attuali depositi. Del resto, la collezione di manoscritti che possiede ancora oggi la Biblioteca Medicea Laurenziana è ricchissima e conta circa 11mila esemplari, che compongono il cuore del patrimonio librario con 2.500 papiri, 43 ostraka – pezzi di ceramica che riportano iscrizioni in greco antico – 566 incunaboli, 1.681 cinquecentine, 592 testate di periodici specializzati e un totale di 126.527 edizioni a stampa.


“La collezione di manoscritti della Biblioteca Laurenziana è notevolissima”, spiega all’agenzia Dire Silvia Scipioni, direttore della Medicea Laurenziana. Tra gli esempi dei testi più antichi, Scipioni ricorda il Virgilio Mediceo, “uno dei testimoni tardoantichi più importanti del testo delle opere di Virgilio, datato al V secolo dopo Cristo”.

Immancabili i manoscritti di età rinascimentale commissionati dagli stessi Medici ai cartolai fiorentini. “Sono miniati e vergati dagli scribi più esperti e dai minatori più abili“, spiega ancora Scipioni. Tra tutti, spicca un volume di piccole dimensioni, ma sontuoso nell’aspetto, rilegato in velluto viola e pietre preziose. “E’ uno dei manoscritti più belli e importanti della Biblioteca Laurenziana ed è conosciuto come Libro d’ore di Lorenzo de’ Medici. È un libro lussuoso che Lorenzo commissionò come dono di nozze per una delle sue figlie, verosimilmente Luisa, che però morì prematuramente a 11 anni. A parte le miniature che lo impreziosiscono- dice il direttore- è notevole per la legatura in velluto porpora adornata di gemme”.

Nel corso del tempo, la Biblioteca si è arricchita anche di collezioni successive a quella dei Medici, tra il fondo Ashburnham che comprende circa 2.000 manoscritti appartenuti al matematico e bibliofilo Guglielmo Libri e da lui venduti a Lord Bertram, quarto conte di Ashburnham, nel 1847. Alla sua morte, il Governo italiano acquista la raccolta proprio per la Medicea Laurenziana. La raccolta, formata da codici anteriori al XVIII secolo, conta diversi esemplari di origine talvolta sottratti illegalmente dalle collezioni librarie italiane e straniere.

Tra le più importanti al mondo, la Medicea Laurenziana conta anche una collezione di 2.500 papiri. “Uno degli esempi più preziosi è il papiro di Callimaco della Chioma di Berenice che riporta un frammento di un’opera che si riteneva fino a quel momento perduta e di cui si avevano testimonianze soltanto di natura indiretta”, tiene a dire Scipioni. Meta indiscussa di tantissimi turisti internazionali che visitano Firenze, la Biblioteca, conclude il direttore, “continua tutt’oggi a incrementare le proprie collezioni attraverso acquisti in antiquariato o doni di benefattori”.

Realizzato con l’agenzia di stampa DIRE, il progetto ‘Biblioteche d’Italia’ è un viaggio alla scoperta dei 46 Istituti statali italiani, scrigni di bellezza e custodi di un patrimonio documentario che ammonta a circa 40 milioni di esemplari: https://cultura.gov.it/bibliotecheditalia.
Il documentario sulla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze fa parte della serie di reportage promossi dal Ministero della Cultura e disponibili sui canali social istituzionali e sul profilo Instagram @bibliotecheditalia https://www.instagram.com/p/Cc41mEZK_lR/?.
Il prossimo appuntamento con una nuova Biblioteca sarà giovedì 5 maggio 2022.

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