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Accordo interconfederale Cifa-Confsal, lo smart working oltre il covid

Per Vigorini cresce la produttività. massa: "Intesa è opportunità"

Pubblicato:28-04-2021 18:17
Ultimo aggiornamento:28-04-2021 19:16

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ROMA – “La pandemia ci lascerà un nuovo modello del lavoro. È in atto una trasformazione culturale dove le parti sociali possono essere determinanti”. Lo ha detto Salvatore Vigorini, presidente del Centro studi Incontra, intervenendo al dibattito ‘Smart working: un nuovo modo di lavorare oltre lo stato di emergenza’, nell’ambito del Festival del lavoro. Il cambiamento sancito dall’accordo interconfederale Cifa-Confsal, ha detto Vigorini, ci consegnerà “una nuova organizzazione, più vicina alle esigenze delle imprese e con un capitale umano adeguato e altamente professionalizzato“.

Il rafforzamento delle competenze è proprio il tema centrale che ci lascerà in eredità l’emergenza Covid. Il processo di trasformazione, ha spiegato Vigorini, oltre al modello contrattuale viene accompagnato “da una bilateralità forte, strutturata, come il fondo interprofessionale Fonarcom che sostiene concretamente la formazione in azienda”. L’1 marzo scorso è stato stipulato da Cifa e Confsal l’accordo interconfederale per la regolamentazione del lavoro agile che interviene per garantire la flessibilità dell’orario, il diritto alla disconnessione del dipendente, la dotazione strumentale e, appunto, la formazione. Questa intesa, ha sottolineato Vigorini, sposta “l’attenzione da una retribuzione legata alle ore in ufficio verso il tema del raggiungimento degli obiettivi“.

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Nel corso della discussione l’ex ministro Cesare Damiano, ora direttore scientifico dell’Osservatorio Cifa-Confsal, ha rimarcato come accanto alla “tradizionale contrattazione bisogna considerare anche l’espansione silenziosa del welfare secondario (previdenza e sanità complementare, fondi di formazione, ndr) nel quale il ruolo della bilateralità è fondamentale, soprattutto in un contesto di riforma degli ammortizzatori sociali che siano in grado di coprire il lavoro dipendente e autonomo”.

Il lavoro agile ha uno scopo, ha ricordato Adalberto Perulli, professore di Diritto del lavoro dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che è quello di “aumentare la produttività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro“. Questo è “un enorme tema giuridico, economico, sociale”. Lo smart working è “svincolato dall’orario” mentre “acquista significato il lavorare per obiettivi” e quindi anche in condizioni di autonomia”. Inoltre, “i poteri del datore vengono definiti nell’accordo individuale di smart working“. Si tratta di “una cesura di straordinaria importanza nella storia del diritto del lavoro”, ha affermato Perulli. Infine Lucia Massa, vice segretario generale Confsal, ha illustrato i nodi ancora da sciogliere nel post pandemia che sono legati “alla dilatazione dei tempi di lavoro, al sovraccarico, allo stravolgimento delle relazioni con i colleghi, i capi e i clienti e ai disturbi fisici dovuti alla postazione domestica un po’ improvvisata”. Insomma, ha concluso Massa, occorre “trasformare una necessità in una reale opportunità sia per i lavoratori che per le imprese, cavalcando l’onda dell’innovazione”.

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