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Camorra, colpo alla ‘paranza dei bambini’: 21 arresti al clan Sibillo

Le indagini hanno documentato un'escalation di eventi che hanno segnato la quotidianità del centro storico di Napoli, nell'ambito dei contrasti sorti con l'organizzazione camorristica rivale dei Mazzarella

Pubblicato:28-04-2021 11:48
Ultimo aggiornamento:28-04-2021 14:27

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NAPOLI – Ventuno persone legate al clan Sibillo, operante nel cuore della città di Napoli, sono state arrestate perché ritenute gravemente indiziate dei delitti di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco con le aggravanti delle finalità mafiose. Si tratta del clan retto fino al 2015 dai giovanissimi Pasquale ed Emanuele Sibillo, capi della cosiddetta ‘paranza dei bambini’.

Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia Napoli Centro e coordinate dalla Dda partenopea, hanno documentato un’escalation di eventi, richieste estorsive ed esplosioni di ordigni e colpi d’arma da fuoco a fini intimidatori, che hanno segnato la quotidianità del centro storico, nell’ambito dei contrasti sorti con l’organizzazione camorristica rivale dei Mazzarella. Secondo i carabinieri si tratta di una “strategia della tensione” adottata dai clan per sollecitare l’intervento delle forze dell’ordine e della Procura ai danni dei rivali. A farne le spese gli esercenti delle attività del centro, pizzerie ed esercizi commerciali, costretti a subire richieste estorsive, intimidazioni e azioni violente.

RIMOSSO TRA LE PROTESTE L’ALTARINO DEDICATO A EMANUELE SIBILLO

Blitz dei carabinieri e dei vigili del fuoco a Napoli per rimuovere la cappella dedicata a Emanuele Sibillo, il capo della cosiddetta ‘paranza dei bambini’ ucciso a 19 anni da un esponente di un clan rivale. L’edicola votiva si trova in vico Santi Filippo e Giacomo, ai Decumani, dove risiedono i familiari del ragazzo deceduto nell’estate del 2015. Momenti di tensione quando i carabinieri si sono recati all’interno del palazzo per rimuovere l’altarino. I parenti di Sibillo hanno fatto resistenza, pretendendo che l’edicola votiva restasse dove si trova. All’interno della cappella, oltre a un busto raffigurante il volto del giovane e un quadro della madonna, c’erano anche le ceneri del ragazzo defunto, poi riconsegnate alla famiglia. In vico Santi Filippo e Giacomo sono stati rimossi tutti i simboli riconducibili all’ex capo della paranza dei bambini.


VITTIME DI RACKET COSTRETTE A INGINOCCHIARSI DAVANTI ALL’ALTARINO

I commercianti dei Decumani vittime di estorsione venivano trascinati davanti all’altarino e costrette a inginocchiarsi per riconoscere la forza dell’organizzazione. Era proprio davanti a quel luogo, denominato il “palazzo della buonanima”, che venivano formulate le richieste estorsive. È quanto emerso durante le indagini che hanno portato questa mattina all’arresto di 21 persone in esecuzione a provvedimenti cautelari emessi dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda. Oggi all’alba è stato eseguito anche un decreto di sequestro che ha portato alla rimozione dell’altarino dedicato a ‘ES17’, come veniva chiamato Sibillo in ambiti criminali, e posizionato all’interno di un palazzo in vico Santi Filippo e Giacomo. Rimossi tutti gli oggetti considerati strumentali alla commissione di reati, a partire da un busto che riproduceva il volto di Sibillo.

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