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Informazione, cultura, musica e rigenerazione urbana: i ragazzi di ‘Scomodo’ si raccontano

[video mp4="http://www.dire.it/wp-content/uploads/2017/04/Scomodo_parte1.mp4" poster="http://www.dire.it/wp-content/uploads/2017/04/scomodo1.jpg"][/video] ROMA - Un'informazione fatta dai ragazzi, per i ragazzi ma non solo. Un giornale che

Pubblicato:28-04-2017 16:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:10

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ROMA – Un’informazione fatta dai ragazzi, per i ragazzi ma non solo. Un giornale che vuole dare a chi lo legge gli strumenti per comprendere la realtà. Questo e molto altro è il mensile ‘Scomodo’, che nell’era dell’informazione on line, si colloca come punto di riferimento di chi vuol far parte di una comunità. La comunità che non si rassegna alla disinformazione, alla post verità, alle fake news.

Per questo i 90 ragazzi universitari e delle superiori, promotori di questo progetto, hanno puntato su alcuni elementi fondamentali: la gratuità del mensile, l’assenza totale di pubblicità e finanziamenti pubblici e, soprattutto, sul cartaceo. Perchè se è vero che “il cervello umano ha bisogno di tempo” per elaborare le informazioni, la carta è l’unico strumento che questo tempo può dartelo.

L’agenzia Dire è andata a trovare i ragazzi di ‘Scomodo’ durante un’assemblea per farsi raccontare come sia possibile al giorno d’oggi riuscire a creare una realtà editoriale concreta solo grazie a competenza, entusiasmo e determinazione. ‘Scomodo’, racconta Camilla Caglioti, caposervizio di Politica e Attualità, “nasce all’inizio di quest’anno grazie all’idea di alcuni ragazzi che sentivano l’esigenza di creare un nuovo tipo di informazione“, che permetta al lettore “di capire e comprendere ciò che legge” dandogli la possibilità di formarsi un’opinione”.


Un giornale suddiviso in tre sezioni: Politica e Attualità, Cultura e Plus. La prima “abbraccia temi sociali, nazionali e locali”, come ad esempio la rubrica Roma abbandonata. Qui si parla di periferie, spazi e luoghi appunto abbandonati dalle istituzioni. Una rubrica “centrale per noi- sottolinea ancora Camilla- perchè racconta delle realtà poco visibili ai più, per cui noi crediamo sia importante tenere alta l’attenzione”. Quindi la Cultura, a sua volta suddivisa in arte, letteratura, musica e cinema. Infine, con Plus, “vengono approfonditi quei temi che non rientrano nelle prime due sezioni (economia, storia)”.



Settemilacinquecento copie al mese che vengono distribuite nelle scuole, nelle università e nei ‘Punti scomodi’. Il giornale è totalmente autofinanziato: “Noi non prendiamo soldi dalle istituzioni perchè vogliamo restare completamente slegati dalla logica politica o partitica”. Per mantenere questa indipendenza tuttavia è necessario il sostegno di tutti: “Chiunque voglia aiutarci può, con un’offerta economica, richiedere on line il giornale o il nostro merchandising (magliette, felpe)”. Oppure può partecipare alle ‘Notti scomode’. Queste ultime, sottolinea la redattrice Francesca Leonardi, “non sono solo delle serate ma veri e propri eventi di cultura e musica”.

Notti in cui “da una parte ci finanziamo e dall’altra valorizziamo spazi dismessi e abbandonati di cui Roma è piena”. Solo per una notte, infatti, “occupiamo questi luoghi ridandogli vita – quando non veniamo sgomberati – colmando il vuoto lasciato dalle istituzioni. Allo stesso tempo diamo modo a molti giovani di esprimere il loro talento e farsi conoscere”. Tuttavia per finanziare un progetto editoriale le ‘Notti scomode’ non possono bastare: “Da 10 giorni- conclude Camilla-  abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding per cui abbiamo ricevuto il sostegno di grandi firme come Erri De Luca, Poalo Flores D’Arcais o Paolo Fallai“.

“Il sostegno di tutti per noi è fondamentale- fanno appello i ragazzi- perchè rimanere di carta e gratuiti non è facile. Ci siamo inventati momenti di aggregazione e culturali che iniziano a non bastare più. Con il crowdfunding, ad esempio, se non raggiungiamo i 25mila euro entro il 20 maggio i soldi verranno tutti restituiti ai donatori e noi avremo un problema. Questo progetto non è solo nostro, è il progetto di migliaia e migliaia di nostri coetanei, ed è anche grazie a questo che speriamo in un futuro migliore”.

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