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Alemanno torna dall’Ucraina con 49 profughi: “Ecco il vero volto della destra”

L'ex sindaco di Roma rientra dalla missione 'Solidarietà all'Ucraina' organizzata dalla Fondazione Alleanza Nazionale

Pubblicato:28-03-2022 18:11
Ultimo aggiornamento:28-03-2022 18:11

gianni alemanno missione ucraina
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ROMA – Sono 49 i profughi ucraini arrivati alle 17 a Roma con la missione umanitaria ‘Solidarietà all’Ucraina’ organizzata dalla Fondazione Alleanza Nazionale. Si tratta di 24 donne, 19 bambini, 3 neonati e 3 uomini anziani, che sono sbarcati dai pullman assistiti dai 15 volontari della Fondazione, guidati dall’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e dal vice presidente della Fondazione, Antonio Giordano, su incarico di tutto il Cda della Fondazione. Tutti negativi al Covid come è stato accertato con i tamponi fatti alla partenza dall’equipe medica della missione. I profughi sono stati presi in carico dalla Protezione Civile del Lazio nell’hub della Stazione Termini a piazza dei Cinquecento e saranno smistati nei centri di prima accoglienza, salvo chi ha già un luogo di destinazione presso amici e parenti.

Antonio Giordano, vicepresidente della Fondazione An, dice: “Al termine di questa missione possiamo trarre un bilancio assolutamente positivo, sia dal punto di vista materiale sia per il valore umano e simbolico di questa missione. Abbiamo portato 60mila euro di aiuti, tra cui un quantitativo notevole di medicinali donato dal Gruppo Farmacie Italiane Farmacrimi, raccolti in base a precise richieste dei centri di accoglienza e consegnati fin dentro i teatri di guerra, e abbiamo accompagnato in Italia 49 profughi, quasi tutti donne e bambini, con cui abbiamo sviluppato un vero rapporto di vicinanza e che assisteremo anche dopo l’intervento della Protezione civile, in modo che tutti possano trovare un inserimento nelle famiglie e nella società italiane”.

“Abbiamo mostrato il volto vero della destra italiana – aggiunge Gianni Alemanno – portando in Italia i profughi ucraini, abbiamo scardinato il pregiudizio secondo cui la destra è nemica della solidarietà e dell’accoglienza. Noi combattiamo l’immigrazione illegale che non ha nessun diritto di entrare in Italia, ma siamo pronti a fare tutto il possibile, anche impegnandoci in prima persona, per accogliere chi fugge da una guerra e da una vera tragedia umanitaria. Su questo non accettiamo lezioni da nessuno perché la solidarietà fa parte del Dna della destra italiana. L’altro pregiudizio che abbiamo smentito – continua l’ex sindaco – è quello che vuole la destra chiusa in un nazionalismo insensibile alla cooperazione europea. Vogliamo il superamento dell’euroburocrazia di Bruxelles proprio perché crediamo nel valore delle nazioni, su cui si deve fondare una vera integrazione europea rispettosa delle sovranità e della identità di ogni popolo. Per questo non potevamo non essere a fianco di un popolo come quello ucraino che sta pagando un prezzo altissimo per non aver voluto ammainare la propria bandiera nazionale”.


Terminano così i quattro giorni di missione, che hanno visto i volontari, tra cui anche i membri del Cda Antonio Tisci e Filippo Melchiorre, Simone Viti e Valter Delle Donne del Secolo d’Italia, l’equipe medica guidata da Alessandro Rosponi e i volontari Alberto Palladino e Roberto Pasquali, dirigenti dell’Aai, partire da Roma venerdì scorso, compiere 1.830 km di viaggio per arrivare sabato pomeriggio al campo profughi di Hala Kijowska nelle vicinanze del valico di frontiera Korczowa.

La missione della Federazione è stata accolta dalla governatrice della regione polacca di Podkarpace, Ewa Leniart, che ospita il campo, a cui la Fondazione An ha donato aiuti per oltre 60mila euro di valore: medicinali, coperte, alimenti. In particolare cinque defibrillatori con altro materiale sono stati consegnati ai rappresentanti della Ong ucraina Fondazione Ulyana Kuzyk che li ha immediatamente portati nella città di Leopoli che proprio in quelle ore era stata bombardata.

Il giorno dopo, domenica 27, finita la consegna dei materiali, è stato il momento della raccolta dei profughi, in parte nel campo di Hala Kijowska e in parte provenienti direttamente dal territorio ucraino grazie all’impegno della Fondazione Ulyana Kuzyk. Un lavoro complesso di coordinamento con altre missioni in partenza verso altre zone dell’Italia per permettere ai profughi di scegliere la destinazione preferita. Finito questo lavoro la missione è ripartita per il viaggio di ritorno, con i volontari e l’equipe medica distribuiti tra i pullman per garantire piena assistenza sanitaria, materiale e morale a tutti i profughi, in particolare ai bambini e alle madri. Dopo ore di viaggio ininterrotto l’arrivo all’hub della stazione Termini.

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