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Terrorismo, la ‘rete nera’ ignorata e più organizzata che mai

Il giornalista Luca Mariani presenta il libro 'Rete nera. Non ci sono lupi solitari' per fare luce sul fenomeno, poco conosciuto, dell'eversione suprematista e xenofoba

Pubblicato:28-03-2022 14:59
Ultimo aggiornamento:28-03-2022 14:59
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libro luca mariani
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ROMA – “C’è un filone terrorista che non vuole l’Unione europea, che vuole cacciare i migranti dall’Europa e che per queste ragioni uccide. Hanno un disegno politico, scrivono dei manifesti, leggono gli stessi siti e si elogiano reciprocamente, ma tutto questo è nascosto all’opinione pubblica, che non conosce i fatti. Eppure parliamo di centinaia e centinaia di morti”. Così Luca Mariani, giornalista parlamentare dell’Agi ed esperto di terrorismo di estrema destra, che a questo tema ha dedicato un libro appena pubblicato da Futura Edizioni: ‘Rete nera. Non ci sono lupi solitari‘ il titolo.

L’agenzia Dire lo ha intervistato in occasione della presentazione alla libreria Libraccio di via Nazionale a Roma. Oltre all’autore, ci saranno il deputato del Partito Democratico (Pd), Walter Verini, e il missionario e scrittore padre Giulio Albanese. A moderare il giornalista Andrea Ferro. Previste letture dell’attore Mario Podeschi. Al centro dell’incontro, l’eversione “suprematista e xenofoba”, ribadisce Mariani. Il saggio segue un “filo nero” che si dipana in tutto il mondo ma che parte da Utoya, un’isola norvegese a 30 chilometri da Oslo dove il 22 luglio 2011 il militante suprematista Anders Breivik, ricorda Mariani, “uccise 69 adolescenti socialisti e laburisti, con l’idea di estirpare alla radice le loro idea a favore del multiculturalismo e della società aperta”.

L’autore prosegue: “La molla è stato questo evento, insieme alla consapevolezza che tutti conoscono gli attentati del Bataclan o dell’11 settembre e la loro matrice islamista, ma in pochi conoscono gli attentati di Utoya, di Christchurch o di El Paso, e la loro matrice di estrema destra“. Il tema è poco noto e interpretato il più delle volte come la manifestazione di “pazzi” o “lupi solitari”. La realtà, come suggerisce il titolo del libro di Mariani, è diversa.


“C’è un movimento alle loro spalle, ci sono delle ideologie comuni e i responsabili di questi attentati si citano, si elogiano e si prendono fra loro come fonti di ispirazione“, spiega il giornalista, che poi amplia la visuale, di nuovo a partire da Breivik. “Nel suo manifesto fa nomi e cognomi dei partiti amici, di cui il più forte è ‘Russia Unita’ del presidente Vladimir Putin – dice Mariani – Movimenti, quelli menzionati, che per il suprematista scandinavo possono servire a prendere il potere negli Stati europei soprattutto nell’ottica di cacciare gli immigrati entro il 2083, 400esimo anniversario del fallito assedio ottomano di Vienna”.

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