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Giornata dell’Endometriosi, Ceccaroni (Sacro Cuore): “Dieci anni di ritardo diagnostico”

L'agenzia di stampa Dire ha raggiunto telefonicamente uno dei massimi esperti della patologia, il Dottor Marcello Ceccaroni

Pubblicato:28-03-2022 13:34
Ultimo aggiornamento:29-03-2022 19:26

endometriosi
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ROMA – Oggi ricorre la Giornata Mondiale dell’Endometriosi, istituita per porre l’attenzione su una malattia che può essere fortemente invalidante per le donne che ne soffrono. Ma cos’è l’endometriosi? Quali sono i sintomi da riferire al medico di medicina generale o allo specialista? È vero che arrivare alla diagnosi spesso trascorrono molti anni preziosi, di media tra i 7 e i 10 in cui la ‘malattia’ lavora silenziosamente? E il ritardo diagnostico cosa comporta e quali le armi per combattere la malattia? Per accendere una luce sull’endometriosi e attivare una maggiore cultura nella popolazione femminile l’agenzia di stampa Dire ha raggiunto telefonicamente uno dei massimi esperti della patologia, il Dottor Marcello Ceccaroni, Direttore del Dipartimento per la tutela della salute e della qualità di vita della donna-UOC di Ginecologia e Ostetricia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella a Verona.

I NUMERI DELLA MALATTIA

Dottor Marcello Ceccaroni-FOTO DI RENZO UDALI

L’endometriosi colpisce più di tre milioni di donne in Italia con una incidenza che molto probabilmente è anche sottostimata: 1 donna su 10 è affetta infatti da endometriosi. Nel mondo sono oltre 50milioni le donne affette da diabete e altrettante da questa patologia ginecologica. Dai numeri si comprende come si tratti di una malattia molto diffusa e seria con conseguenze molto severe. Il problema principale dell’endometriosi è il ritardo diagnostico. Di fatto, dall’esordio dei sintomi lamentati dalla donna al momento della diagnosi in media trascorrono dai 7 ai 10 anni e questo nei Paesi sviluppati nel mondo. Se traduciamo questi anni di ritardo diagnostico in cicli mestruali, vuol dire che ogni mese si realizza nella pancia della paziente un ‘incendio’ che va avanti indisturbato senza un nome, un inquadramento né diagnostico né terapeutico. E questo, in una patologia che ‘infiamma’ i tessuti, porta un dolore cronico, resistente alle terapie mediche e persino all’infertilità“, ha detto il professor Ceccaroni.

“La metà degli anni di ritardo diagnostico – prosegue l’esperto- sono legati al nucleo familiare. Ancora oggi nella nostra cultura, non solo italiana, la mestruazione è considerata necessariamente dolorosa. Questo produce una sorta di ‘normalizzazione’ del dolore che le ragazze finiscono per considerare ineluttabile. A questo fattore culturale si aggiunge il ritardo legato a ‘itinerari diagnostici’ che la paziente subisce per arrivare ad una diagnosi corretta. Dunque l’unica vera arma per sconfiggere l’endometriosi, visto che per questa malattia non esiste la prevenzione, è la diagnosi precoce che passa attraverso la cultura, rivolta soprattutto alla gente comune che deve iniziare a conoscere l’esistenza di questa patologia e le conseguenze che comporta”.


LE CAUSE

“L’endometriosi è la prima causa di dolore pelvico cronico nella donna. Le adolescenti che non frequentano la scuola nel periodo mestruale, nel 27- 50% dei casi sono già affette da endometriosi, ma non ne sono coscienti poiché non hanno ancora avuto una diagnosi. Il 30% delle donne è affetta da sterilità a causa della malattia. Oggi l’endometriosi rappresenta la prima causa d’infertilità nella donna. Ma il dato va letto anche al contrario e cioè un 70% delle donne con malattia riesce ad avere una gravidanza. Voglio dire che non bisogna creare il panico nei confronti della malattia, una volta che viene diagnosticata. Esistono differenti gradi della malattia e non sempre è necessario l’intervento chirurgico. La cattiva cultura crea anche allarmismo”.

LE TERAPIE

“Nella maggioranza dei casi- prosegue Ceccaroni- si ricorre a una terapia farmacologica, cioè la pillola anticoncezionale a basso dosaggio ormonale, e a integratori di nuova generazione. È anche importante un corretto stile di vita ed una alimentazione adeguata. Esistono regimi di nutraceutica personalizzati che in quanto capaci di ridurre l’infiammazione, hanno conseguenze positive sulla sintomatologia dolorosa. La terapia chirurgica è indicata solo in casi selezionati: ad esempio quando ci sono dei sospetti oncologici oppure quando si sono create delle infiltrazioni talmente gravi che possono dare origine ad un danno d’organo. Si opta per la chirurgia anche in tutti quei casi in cui si verifica il fallimento di tutte le terapie mediche” Per dare un’idea, “quello di Negrar è un centro di riferimento nazionale e internazionale per l’endometriosi a cui accedono tra le 13 e le 15mila pazienti all’anno, ma ne vengono operate circa 1500, cioè il 9% di tutti i casi. Quando è possibile la chirurgia deve essere evitata o è necessario farla nel timing giusto, cioè nel momento più corretto nella vita di una donna. Più la malattia va avanti indisturbata più danni compie e ha meno possibilità di essere responsiva ai farmaci. Se l’endometriosi è diagnosticata in fase precoce molto probabilmente la donna riuscirà ad avere gravidanze che desidera e non andrà mai sul tavolo operatorio. Ripeto, la vera terapia per l’endometriosi è la cultura”.

PRIMARI OSPEDALE SACRO CUORE NEGRAR FOTO DI RENZO UDALI

PROGETTI CON IL MINISTERO DELLA SALUTE ED AGENAS

“Anche per questo il mio team ed io collaboriamo con il Ministero della Salute e con Agenas – aggiunge Ceccaroni – ad un progetto d’informazione nelle scuole superiori e a importanti iniziative di formazione rivolte alla classe medica. Cioè ai ginecologi ambulatoriali e a quelli ospedalieri, ai medici di medicina generale (mmg) e ai pediatri. Quest’ultime due figure sono strategiche, perché sono le prime a dover orientare le pazienti verso lo specialista giusto. Solo questo lavoro sinergico è in grado di garantire una diagnosi tempestiva. Invece, con i proventi dei corsi realizzati dalla nostra ISSA School (organizzazione totalmente no profit) lo scorso anno siamo riusciti ad assumere due giovani medici. Tra le altre iniziative devo annoverare l’informazione rivolta alla popolazione generale che ha previsto anche una raccolta fondi promossa nelle catene dei supermercati Despar dislocati su tutto il Veneto i cui proventi saranno utilizzati per la ricerca”.

NUOVE FRONTIERE DI TRATTAMENTO

“Stiamo lavorando a dei progetti di anatomia chirurgica ossia la messa a punto di nuove tecniche chirurgiche e sempre più mini-invasive. Altri progetti afferiscono alla biologia molecolare e guardano agli aspetti immunologici dell’endometriosi”, ha concluso Ceccaroni.

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