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Dov’è il check in? All’aeroporto di Bologna te lo dice un robot

Questo robot umanoide da oggi è in pianta stabile all'info-point dell'area check-in dell'aeroporto Marconi

Pubblicato:28-03-2018 14:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:41
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BOLOGNA – Chissà se, quando non lavora, sogna le “pecore elettriche”, come si chiedeva Philip K.Dick nel libro da cui è stato tratto il capolavoro cinematografico Blade Runner di Ridley Scott. Per ora, quello che sa è che si rende utile nel caotico viavai dell’aeroporto di Bologna, dando informazioni e interagendo coi passeggeri.

È “Pepper“, il robot umanoide da oggi in pianta stabile all’info-point dell’area check-in. “Sa dare informazioni sui voli, sulle aree dell’aeroporto, dove trovare i check-in, gli imbarchi, le aree di sicurezza. Le classiche info di base per una persona che arriva qui e non sa dove dirigersi” spiega Nazareno Ventola, amministratore delegato del Marconi.


Alto un metro e venti per 28 chilogrammi di peso, Pepper è stato presentato questa mattina. Parla e risponde alle domande sia in italiano che in inglese, interagendo sulla base di una serie di informazioni precaricate, ma anche grazie all’intelligenza artificiale, ed è dotato di 20 motori che gli consentono di muovere testa, braccia e schiena: può gesticolare, piegarsi ed anche ballare.

Infine, con le sue tre ruote multidirezionali, può muoversi a una velocità massima di tre chilometri orari.

“Questi robot si stanno diffondendo negli ambienti pubblici dove c’è bisogno di dare informazioni- prosegue Ventola- è vicino al passeggero e perfettamente coerente con la nostra strategia di attenzione al passeggero sarà magari vicino al passeggero giovane, ai bambini… ma anche agli adulti che vogliono tornare un po’ bambini. Abbiamo pensato di portare quest’innovazione nell’ambito dell’aeroporto, ci permetterà di essere competitivi nel futuro. Fa parte del nostro Dna, non è la prima innovazione tecnologica che facciamo”.

La differenza stavolta è data dalla modalità “ludico-informativa” per ricevere informazioni “in maniera differente” dai metodi tradizionali e “giochicchiando con chi gliele dà” aggiunge Paolo Sgroppo, direttore operativo.

Il robot è stato realizzato da un’idea di Intesa Sanpaolo Innovation Center con il supporto tecnico delle società Experientia e Softec, che hanno permesso la personalizzazione del robot realizzato dal colosso giapponese Softbank Robotics.

Costi? Pepper è stato realizzato “all’interno del nostro programma di innovazione, assolutamente sostenibile“. Niente numeri, ma si tratta di di un ammontare “coerente e ben speso” assicura Ventola.

E chissà che un giorno la scuderia di robottini non si possa allargare: “È un primo passo, abbiamo la possibilità di valutare ulteriori ampliamenti di questa piccola famiglia di Pepper, che ora è composta da un solo componente, vedremo se in futuro sarà il caso di ampliarla”.

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