
ROMA – Camminare nel ‘Campo di Papaveri’, caderci dentro seguendo un’onda di specchi. Ritrovarsi sotto lo sguardo egizio di Medizin, l’opera che andò distrutta nell’incendio del Castello di Immendorf del 1945. E’ possibile, visitando il percorso multimediale dedicato a Gustav Klimt aperto nel Complesso monumentale di San Giovanni in Laterano, sala delle Donne, fino al 10 giugno. L’immersione artistica non ha limiti d’età. Sulle note della musica classica i bambini possono gattonare immersi nei colori, o stare con la faccia all’insù a guardare i volti di donna che appaiono intermittenti e magnetici sulle pareti, gli alberi e il bosco blu che parlano di Gustav Klimt più di ogni suo “inutile”, come egli stesso lo definiva, ritratto.
La mostra senza opere è un’esperienza audace, e l’inizio, forse, di un nuovo modo o moda di apprezzare l’arte. Una suggestione di emozioni che avvicina alla bellezza, all’armonia e alla sintesi delle forme artistiche. Pittura, musica e danza. Ma potrebbe essere anche poesia, narrativa, spazio per la recitazione. Educazione al bello in sintesi, contaminando linguaggi e ripercorrendo per i più grandi le tappe principali della biografia e della formazione dell’artista. Klimt piace ai giovani. I colori e l’eros delle sue opere hanno il sapore dell’attualità. Adolescenti, bambini e adulti nello stesso perimetro d’arte; la bellezza che arriva senza mediazioni e la tecnologia al servizio di un’educazione che è quasi sentimentale.

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