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Il tempo contro Putin: il ‘padrino’ rischia di brutto se gli affari del suo giro si fermano o complicano

L'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:28-02-2022 19:49
Ultimo aggiornamento:28-02-2022 19:49

vladimir putin
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ROMA – Vladimir Putin ha scatenato la guerra all’Ucraina con il via libera all’esercito di attaccare in gran forze. Visti i numeri in campo quasi tutti i commentatori scommettevano sulla manciata di ore che sarebbero servite per mettere in ginocchio l’esercito ucraino. Invece, dopo cinque giorni di combattimenti, l’armata di Putin sta incontrando una forte resistenza, forse inaspettata. E in questo caso il fattore tempo non gioca a favore dell’autocrate russo.

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L’Unione europea e gli Stati Uniti, da parte loro, hanno messo in campo sanzioni e misure finanziarie che stanno mostrando i primi effetti. Non solo il rublo che perde terreno o la Borsa chiusa per ‘crollo’, ma pure lunghe file di cittadini davanti ai bancomat o ai tornelli della metropolitana con le carte di credito che non funzionano. Incredibile, anche la Svizzera, che si è sempre tenuta fuori da qualsiasi controversia, stavolta si è schierata contro la Russia di Putin.


Da registrare il primo incontro oggi, in terreno neutro, tra le delegazioni russe e ucraine per discutere del cessate il fuoco. Un primo momento che però al momento non ha portato allo stop dei combattimenti. Importante il confronto telefonico tra il presidente francese, Emmanuel Macron e quello russo. A quanto si è saputo Putin ha ribadito le sue richieste per terminare la guerra: Crimea e territori indipendenti annessi alla Russia, Ucraina neutrale e lontana dalla Nato. Il tempo, come detto, gioca contro Putin. Più cresceranno le difficoltà in patria, più ci sarà la possibilità che queste arrivino pure sulla testa del circolo di oligarchi che in tutti questi anni ha fatto affari con Putin.

Ecco, nel momento in cui anche questi soggetti si trovassero al centro del mirino occidentale e toccati nei propri portafogli potrebbero essere proprio loro a mettere ancor di più nei guai Putin, che a quel punto potrebbe trasformarsi in ‘scalpo’ da offrire per tornare ai liberi affari di ieri. Troppo facile? Non troppo, perché il passato insegna che laddove le cricche politiche di stampo autoritario si creano e vivono di affari, alla fine non è assurdo pensare che al loro interno si trovino e prevalgano figure che decidono di far fuori il vecchio ‘padrino’.

Per quanto riguarda l’Italia oggi il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al secondo decreto “per garantire sostegno e assistenza al popolo ucraino attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari” a Kiev. Prima di procedere Draghi ha sentito i leader dei partiti, da cui ha incassato il pieno sostegno. Anche della Lega di Matteo Salvini? Da parte sua il leader del Carroccio ha invitato tutti a fare i bravi: “Bisogna essere cauti quando si parla di bombe, mitragliatrici e nucleare… c’è in gioco il futuro del nostro pianeta, dei nostri bimbi. I bambini hanno paura…” e la via” è quella “indicata dal Santo Padre: tornare al dialogo” ha detto Salvini. “In questo momento va fermata la guerra. Facciamola la trattativa. Quando c’è una guerra la mia unica idea e fermare la guerra. Bisogna stemperare il clima e fermare la  violenza. Violenza chiama violenza. Fondamentale è salvare donne e bambini cosa. In questo momento va fermata l’invasione e sul fuoco non si getta benzina, alle armi non si risponde con le armi, si getta acqua”.

E mentre dal Pd con Enrico Letta in testa chiedono mano dura, a sinistra si leva padre Alex Zanotelli: “Non si sente la voce del pacifismo. È troppo fievole. Il Papa, che è un grande profeta, ha detto che non esiste una guerra giusta. Ha ragione. E allora chiedo: perché i partiti e il Governo stanno votando l’invio di armi in Ucraina?”. La critica di Zanotelli ha due destinatari. In primo luogo i partiti della sinistra: “Voglio credere che Leu e Sinistra Italiana non votino questa roba. Io dico: una volta esisteva la sinistra, e il pacifismo era un perno del suo programma. Non c’erano dubbi su questo. Ora la Sinistra non può votare gli armamenti, deve lavorare per il disarmo“. Il Pd merita un discorso a parte: “Letta non può parlare nel modo in cui ha parlato in Parlamento venerdì. Ma come si fa a usare frasi come ‘mettere in ginocchio’ un Paese? Come si fa a chiedere ancora più armi? È un atteggiamento assurdo, incomprensibile, grave” ha detto padre Zanotelli.

Colpo duro a Putin anche dal mondo dello sport: Fifa e Uefa hanno deciso di sospendere i club e le Nazionali di calcio della Russia da tutte le competizioni. La Russia è quindi attualmente esclusa dal Mondiale di Qatar 2022: se la situazione internazionale non cambierà, infatti, la Nazionale non scenderà in campo per affrontare la Polonia a Mosca il 24 marzo, con i polacchi che avevano già fatto sapere di rifiutarsi di giocare. Lo stesso vale per Svezia e Repubblica Ceca, altri eventuali avversari dei russi negli spareggi. E il Comitato Olimpico Internazionale ha deciso di vietare competizioni e manifestazioni sportive agli atleti russi e bielorussi.

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