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A Bologna flash mob per Zaki con mascherine anti-virus

Tute bianche e mascherine: così una cinquantina di ragazzi a Bologna è scesa in piazza per tenere viva la mobilitazione per il ricercatore arrestato in Egitto

Pubblicato:28-02-2020 16:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:04
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BOLOGNA – L’emergenza Coronavirus non ferma le azioni di solidarietà per Patrick Zaki, studente egiziano dell’Università di Bologna, arrestato a Il Cairo l’8 febbraio. Questa volta si tratta di un flash mob in piazza Verdi, a Bologna, dove quasi 50 ragazzi, tra attivisti del centro sociale Labas e del collettivo Saperi Naviganti, si sono radunati in piazza vestiti con tute bianche e, ovviamente, indossando una mascherina, diventata ormai simbolo dell’epidemia che sta ‘bloccando’ le città.

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Per via delle misure di prevenzione del Covid-19 infatti, il Comune di Bologna, seguendo le indicazioni diramate dal ministero della Salute, ha vietato fino ad almeno domenica le “manifestazioni in piazza”, per evitare la trasmissione del virus tra gruppi folti di persone. Questo però non ha fermato la solidarietà degli attivisti di Bologna, e di alcuni compagni di corso di Zaki, che si sono radunati in piazza Verdi davanti a uno striscione in cui si chiede che l’attivista egiziano venga liberato dalle autorità egiziane.

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La chiusura dell’Università di Bologna a causa della diffusione del coronavirs non può essere infatti un alibi per fermare la mobilitazione. Le mascherine e le tute bianche rappresentano proprio questo: la nostra necessità di continuare a lottare anche in uno stato d’ emergenza”, scrive Labas su Facebook, rivendicando l’azione. In queste ore si sta anche predisponendo uno striscione fuori dalle finestre di Palazzo d’Accursio”, annuncia l’assessore alla Cultura di Bologna, Matteo Lepore, rispondendo ad un’interrogazione della consigliera di Coalizione Civica, Emily Clancy.

“Continuiamo a sostenere la necessità che il Governo italiano e il ministero degli Esteri si impegnino maggiormente verso il Governo egiziano, che venga chiesto al più presto il rilascio, che siano fatte cadere le accuse e che lui la sua famiglia abbiano la garanzia di non essere perseguitati successivamente dal governo egiziano”, dice Lepore. L’assessore infine, invita “tutti quelli che non l’avessero fatto” a firmare la petizione online su change.org per la scarcerazione di Zaki.

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