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Sindrome da penombra, le dimensioni del pene si sono ridotte di un centimetro

Rispetto ai loro nonni i giovani mostrano misure in media di 1 cm inferiori e secondo una mappa europea gli italiani si posizionerebbero al quinto posto della classifica

Pubblicato:28-02-2019 13:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:10
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uomo_mutande
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ROMA – Sara scrive su un forum online dove le donne si scambiano consigli: “Stiamo insieme da sei mesi ma non l’ho mai visto nudo. Ci mettiamo sotto le lenzuola oppure spegne la luce. E’ evidente che ha un problema ma a me sembra perfettamente normale”. In un’altra missiva affidata al web si legge: “ho 16 anni e frequento una palestra ma la doccia la faccio a casa. L’unica volta che mi sono confrontato con i miei compagni mi sono reso conto di avere qualcosa che non va in termini di misure. Ci sono creme o pasticche che possano ‘ingrandirlo’?”.

“Le testimonianze di questo tenore sono diffusissime” – riferisce in un comunicato il Professor Salvatore Sansalone – “Ragazzi e adulti che nel confronto si ritengono inadeguati sono sempre di più. L’abbiamo chiamata ‘Sindrome da penombra’ ma era già nota come ‘Ansia da spogliatoio’“.

“Come andrologi veniamo consultati su quello che viene considerato un parametro importante della virilità che influisce anche sull’autostima. La perdita di un centimetro nella popolazione generale è un fenomeno da indagare per evitare che si instauri una tendenza” spiega il Professor Salvatore Sansalone, Professore Aggregato all’Università di Tor Vergata, “ma anche con l’avanzare dell’età si verificano modificazioni del pene: colore della pelle, peluria bianca e più rada, minore reattività agli stimoli erogeni, maggiori deficit erettivi e anche una riduzione delle dimensioni: da 0,5 a 1 cm con un incremento proporzionale all’avanzare dell’età. Insomma il pene ‘invecchia’”.


Due le cause principali: un minore afflusso di sangue ai corpi cavernosi durante l’erezione, fenomeno responsabile delle dimensioni in termine sia di lunghezza che di calibro. Tra le cause disturbi circolatori, placche aterosclerotiche, altre patologie dei vasi e diabete. C’è poi l’aumento di peso che nell’uomo si verifica più spesso proprio a livello addominale che si ‘deposita’ anche a livello del pube e determina una riduzione delle dimensioni utili alla penetrazione.

CAUSE DI RIDUZIONE DELLE DIMENSIONI

Secondo alcune ricerche (la prima, che risale al 2013 italiana e condotta presso l’Università di Padova) rispetto ai loro nonni i giovani mostrano misure in media di 1 cm inferiori e secondo una mappa europea gli italiani si posizionerebbero al quinto posto della classifica con 15,74 cm di media mentre al primo posto sarebbero gli ungheresi con 16,5 cm, mentre i meno dotati sarebbero i rumeni con 12,73 cm. Negli Stati Uniti in media si va dagli 11,67 ai 13,47 cm in erezione. Riduzione possibile anche a seguito della chirurgia di asportazione di tumori del pene, interventi alla prostata per tumore o interventi chirurgici di correzione della curvatura peniena.

UNA IMMAGINE DISTORTA DALLO SPECCHIO

“Alla nostra osservazione si presentano anche uomini con dimensioni perfettamente normali che però soffrono di una forma che potremmo definire di vera ‘dismorfofobia’ e che quindi a confronto con i colleghi di spogliatoio si vedono inadeguati. Fenomeno accentuato anche grazie alla diffusione di video professionali e amatoriali in cui i maschi si paragonano a maschi molto dotati. La ‘Sindrome da penombra’ e interessa giovani adulti tra i 16 e i 35 anni che chiedono informazioni su interventi di allungamento e ingrandimento del calibro.

FALLOPLASTICA PER I CASI GRAVI

La tecnica per aumentare le dimensioni del pene si chiama ‘falloplastica’ che può essere di allungamento o di ampliamento. Si può così ottenere un allungamento di quale centimetro, mentre per l’ingrossamento del diametro si utilizzano iniezioni di grasso (lipofilliling) o di derma liofilizzato che permettono un aumento di diametro dell’organo sino al 30%. “Quando le dimensioni rientrano nei parametri fisiologici tendiamo a scoraggiare di sottoporsi ad un intervento chirurgico e prediligiamo un percorso di migliore consapevolezza e confidenza con il proprio corpo, grazie ad un team integrato di psicosessuologi” conclude Sansalone.

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