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Emergenza profughi in Sud Sudan, interviene il Cuamm

Secondo quanto riportano fonti di stampa cattolica, continua l'impegno di Medici con l'Africa Cuamm per aiutare gli sfollati della Contea di Mundri East

Pubblicato:28-02-2016 16:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:03

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sudan_profughiROMA – Secondo quanto riportano fonti di stampa cattolica, continua l’impegno di Medici con l’Africa Cuamm per aiutare gli sfollati della Contea di Mundri East, in Sud Sudan. Il Cuamm sta collaborando con le autorita’ locali per rispondere alle emergenze chirurgiche e ostetriche presso l’ospedale di Lui e si sta facendo carico della fornitura e distribuzione di farmaci e materiale di consumo. Indispensabile e’ stato l’avvio con le autorita’ sanitarie locali di una valutazione della situazione degli sfollati, che ha riguardato le localita’ di Lozoh e Witto, dove sono stati stimati circa 14 mila sfollati provenienti per lo piu’ da Mideh, Buagyi, Lanyi e Lui, dove erano state saccheggiate case, mercati e unita’ sanitarie. La loro presenza ha portato ad un aumento del numero di casi di malaria e di diarrea anche in considerazione delle condizioni igieniche sempre piu’ precarie causate dal sovraffollamento.

In una nota, Fabio Manenti, medico e responsabile dei progetti di Medici con l’Africa Cuamm, recentemente in missione in Sud Sudan, racconta: “in un contesto cosi’ fragile e difficile, il nostro impegno come Cuamm rimane quello di portare aiuto ai piu’ poveri. Penso agli sfollati di Lui, da mesi senza riserve di cibo, lontani dall’attenzione dei grandi della terra, ma cosi’ reali e concreti per i nostri medici, infermieri, cooperanti impegnati in prima linea”. Di fronte a questa grave crisi umanitaria, il Cuamm ha pianificato un intervento rivolto sia alle comunita’ che alle unita’ sanitarie della Contea. Dallo scorso ottobre un team composto da personale dell’ospedale di Lui, vaccinatori e operatori delle unita’ sanitarie locali, ha realizzato delle campagne di cliniche mobili per portare agli sfollati beni di prima necessita’ e coinvolgerli in incontri di educazione sanitaria, vaccinazioni e screening dello stato nutrizionale, in particolare dei bambini. Nonostante la situazione sia ancora instabile, i medici riescono a svolgere le attivita’ nel territorio e a distribuire materiale sanitario, zanzariere trattate e vaccini alle unita’ sanitarie in funzione e allo stesso ospedale di Lui. Le persone rifugiate stanno rientrando poco a poco nelle proprie case, anche solo per trascorrervi la notte.


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