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ROMA – A Goma gli ospedali sono sopraffatti dai feriti, mentre per le strade giacciono centinaia e centinaia di corpi senza vita. A ciò si aggiunge il terrore per quello che potrebbe capitare, se non fosse adeguatamente protetto il National Biomedical Research Institute.
Nel capoluogo della provincia del Kivu Nord, nella Repubblica Democratica del Congo, le agenzie umanitarie da giorni hanno lanciato l’allarme per una grave crisi umanitaria, conseguenza dell’offensiva delle truppe ribelli del movimento M23, rafforzati da milizie ruandesi.
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR)proprio oggi dà un aggiornamento sulla situazione denunciando “l’impatto devastante sui civili degli scontri armati in corso nei pressi e nella città di Goma”. Tra le gravi conseguenze umanitarie, “deploriamo- prosegue la nota del Cicr- il massiccio afflusso di persone ferite da proiettili e munizioni esplosive nelle strutture sostenute dalla Croce Rossa, in particolare nell’ospedale Ndosho di Goma”. Myriam Favier, capo della delegazione della Croce Rossa nel Nord Kivu, conferma dai social: “Nella Repubblica Democratica del Congo la situazione della sicurezza si sta deteriorando a Sake, vicino a Goma. I nostri team medici presso l’ospedale Ndosho hanno dovuto affrontare un massiccio afflusso di feriti”. A far precipitare ancora di più la situazione è anche la notizia del saccheggio del magazzino medico della Croce rossa, da cui dipende la sopravvivenza dei feriti negli ospedali, che denuncia il Capo della delegazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa nella R. D. del Congo, François Moreillon.
A tutto ciò si aggiunge l’enorme preoccupazione per l’alert lanciato sul rischio di fuga di Ebola e altri patogeni da un laboratorio a Goma, a causa dei combattimenti in corso e delle potenziali interruzioni di corrente. Come riportano le principali testate francofone – tra cui Agence France Press e Le Monde- a Ginevra ha parlato ai cronisti il direttore regionale del CICR Africa, Patrick Youssef, per sottolineare “la necessità di proteggere i campioni conservati presso il National Biomedical Research Institute della città di Goma”, avvertendo delle “conseguenze catastrofiche se i virus dovessero diffondersi”.
Il laboratorio inoltre ha un ruolo importante nella lotta al virus Mpox, il vaiolo delle scimmie: la R.D. del Congo è infatti il paese africano più colpito da questa infezione virale. Come spiega proprio oggi l‘Oms dai suoi canali social, l’organizzazione mondiale per la sanità ha intensificato il suo supporto al Congo “per garantire una risposta rapida ed efficace a Mpox”. E “il laboratorio Irnv di Goma– aggiunge- rappresenta “uno dei 14 laboratori supportati con input e attrezzature come parte della decentralizzazione delle capacità diagnostiche”. Di qui l’ulteriore necessità che sia preservato dai combattimenti in corso.
Le Comité international de la Croix-Rouge (CICR) a alerté sur les risques de dissémination de virus, dont Ebola, à partir d'un laboratoire à Goma, en raison des violents combats dans cette grande ville de RDC #AFP pic.twitter.com/sOcAKjjMXh
— Agence France-Presse (@afpfr) January 28, 2025
📍 Democratic Republic of Congo | The security situation is deteriorating in Sake, near Goma. Our medical teams at the CBCA Ndosho Hospital have faced a massive influx of wounded.
— ICRC (@ICRC) January 28, 2025
Myriam Favier, head of subdelegation in North Kivu, shares 👇🏽 pic.twitter.com/hJSZVv5aMl
Depuis le début de la crise, @WHO a intensifié son soutien à la 🇨🇩 pour assurer une réponse rapide & efficace à la #mpox. Le laboratoire IRNB Goma fait partie des 14 laboratoires soutenus en intrants & équipements dans le cadre de la décentralisation des capacités de diagnostic. pic.twitter.com/FLhKv68kY9
— OMS RDC (@OMSRDCONGO) January 28, 2025
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