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In 60mila firmano la petizione per dire no al test d’inglese per i nigeriani

La certificazione prevista per i parlanti inglesi non nativi ha un costo di 210 sterline, "pari al triplo di uno stipendio medio di un nigeriano"

Pubblicato:28-01-2022 17:42
Ultimo aggiornamento:28-01-2022 17:43

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ROMA – Attraverso una petizione lanciata su Change.org quasi 60.000 persone hanno chiesto di porre fine all’obbligo per i nigeriani di sostenere il test internazionale di lingua inglese, vale a dire l’International English Language Testing System (Ielts), la certificazione prevista per i parlanti inglesi non nativi, gestita dal British Council. Un collettivo di associazioni della Nigeria, Paese in cui la lingua ufficiale è proprio l’inglese come eredità del dominio coloniale, ha definito “ingiusto” da parte delle istituzioni britanniche costringere le persone a sostenere l’esame, che risulta propedeutico per poter studiare nel Regno Unito.

La certificazione, che viene richiesta anche da alcuni Paesi dell’Unione europea e dagli Stati Uniti, è inoltre valida per soli due anni e prevede un costo di 210 sterline, “pari al triplo di uno stipendio medio di un nigeriano”, come avvertono i responsabili dell’iniziativa.
Nel testo che accompagna la raccolta firme si mette in luce un’altra “ingiustizia”: il ministero dell’Interno britannico ha esentato da questo esame ben 18 Paesi a livello globale, ma nella lista non figura neanche un Paese africano nonostante “Stati come la Nigeria, ma anche il Ghana, il Kenya o il Sudafrica siano ex colonie della Corona britannica e siano membri del Commonwealth”.

Secondo i responsabili, a confermare il fatto che non è necessario sottoporre i nigeriani a un simile esame, corrono in soccorso i numeri: tra i 112 Paesi i cui cittadini hanno effettuato il test nel 2021, la Nigeria si è piazzata al 31esimo posto, ossia nella fascia dei parlanti classificati dagli esperti dello Ielts in possesso di una conoscenza “elevata e molto elevata della lingua”. Con 560 punti, la Nigeria figura inoltre al terzo posto tra i Paesi africani, preceduta dal Kenya (587 punti) e dal Sudafrica (606).

Contattato sulla questione dall’emittente Bbc a settembre scorso, il portavoce del ministero dell’Interno ha chiarito che, per poter esentare gli Stati dalla certificazione di lingua inglese, l‘Home Office deve essere certo che almeno il 51% dei cittadini “impieghino l’inglese come prima lingua”. I responsabili della campagna oggi chiariscono che, dopo quelle dichiarazioni, hanno contattato il ministero per sapere quali sono i criteri necessari per stabilire tale soglia e cosa avrebbero dovuto fare per avviare la pratica. “Dopo più di tre mesi dalla nostra urgente richiesta- concludono gli attivisti- l’Home Office non ha ancora risposto”.


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