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“No ai volontari negli asili nido”: in Lombardia sindacati furibondi

Non piace ai sindacati anche il rapporto numerico tra educatori e bimbi, uno a otto, imposto rigidamente indipendentemente dalla fasce d'età

Pubblicato:28-01-2020 15:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:54

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MILANO – “No ai baby parking”, ovvero no ai bambini ‘parcheggiati’ negli asili nido della Lombardia, senza un piano educativo. E’ uno degli slogan scanditi davanti a Palazzo Pirelli da centinaia, un migliaio stando ai sindacati, di educatori dei nidi lombardi, affiancati da qualche genitore, nel presidio dei sindacati per protestare contro la delibera regionale. Tra i ‘nodi’ evidenziati da Fp-Cgil, Cisl Fp e Uil-Fpl Lombardia, oggi attesi anche in commissione, l’introduzione di volontari, figure provenienti del terzo settore, non retribuite e senza titolo, che supporteranno gli educatori professionali nella gestione dei bambini.

Non piace ai sindacati anche il rapporto numerico tra educatori e bimbi, uno a otto, imposto rigidamente indipendentemente dalla fasce d’età, che siano lattanti o “grandi” di tre anni.

“Non si sa quale sia il reale progetto di Regione sull’ingresso dei volontari- afferma Patrizia Frisoli, della Funzione pubblica della Cgil di Milano- sappiamo solo che verranno da associazioni iscritte ad albi del terzo settore, ad esempio volontari della leva civile”. Presente al presidio anche Lucilla Pirovano, coordinatrice Fp-Cgil Lombardia, che evidenzia come “ci siano migliaia di associazioni del terzo settore, dal Wwf a Medici senza frontiere, e quindi i volontari non necessariamente verranno da un ambito pedagogico”.


L’ipotesi è quindi che si tratti di generici volontari non retribuiti, da pensionati a giovani, donne o uomini, i buona volontà, pronti a mettere a disposizione il loro tempo nella gestione di bambini nei nidi. Da quanto si apprende, inoltre, i volontari che entrerebbero nei nidi non saranno sottoposti a test attitudinali e psicologici. Da qui le preoccupazioni per la sicurezza dei bambini, sia dei genitori che dei sindacati che avanzano il dubbio che la misura sia “un modo per giustificare poi l’entrata delle telecamere nei servizi come organo di controllo”.

Una misura, quelle delle telecamere, da sempre avversata dai sindacati, che la considerano “inutilmente securitaria”, e di cui ora rilevano anche l’incongruenza: si mettono le telecamere e poi si aprono le porte a volontari senza competenze certificate e si prospettano scarsi controlli sulla capacità del soggetto di lavorare accanto ai bambini.

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