NEWS:

Renzi: “Arriviamo al 40% per evitare grandi inciuci, nostro nemico chi alimenta le paure”

ROMA - Non insegue le polemiche, dice che

Pubblicato:28-01-2017 19:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:50

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp


ROMA – Non insegue le polemiche, dice che “la data del voto è uno specchietto per le allodole” e lancia una nuova sfida al Partito Democratico: arrivare al 40% per “evitare i grandi inciuci”. Matteo Renzi torna a parlare dalla convention degli amministratori locali del Partito Democratico a Rimini dopo oltre 40 giorni di silenzio, e ne ha per tutti.

Dagli “squallidi sciacalli che un minuto dopo la slavina già criticavano protezione civile e volontari” allo “spregiudicato pregiudicato” Beppe Grillo, fino all’Europa che “anziche’ ragionare e riflettere su quale futuro ci attende, si mette a mandare letterine per cui bisogna correggere lo 0,2”. Ma “lo 0,2 è un prefisso”, dice Renzi, che rivendica la scelta delle dimissioni, “giusta e doverosa”, ed indica il suo “avversario politico” non in chi, come la minoranza dem riunita questa mattina a Roma da D’Alema, “cerca di fare polemica nella nostra area ma chi cerca di giocare le carte della superficialita’ e della paura“.


“Noi pensiamo che il nostro dovere sia di non rassegnarsi ai tempi cupi che vengono raccontati“, prosegue il segretario dei democratici. “Al referendum abbiamo perso, il livido fa male. E anche la botta. Ma non ricordo dimissioni di Silvio Berlusconi quando perse il referendum costituzionale. Non ricordo dimissioni di chi disse che lo avrebbe fatto se avesse perso le europee. E invece se l’e’ cavata col maloox”.

L’analisi di Renzi parte dalla situazione internazionale “profondamente innovativa”, dal ruolo della Russia al neoprotezionismo americano, ed ammette il fallimento nell’aprire una fase nuova in Europa: “C’e’ stato un momento in cui mi ero profondamente convinto che si potesse aprire una pagina nuova. Ma da Ventotene a Bratislava sono passati venti giorni e in quei venti giorni si e’ rotto qualcosa“, ricorda l’ex premier.

“Il punto- spiega ancora Renzi- non e’ il giorno delle elezioni. O se votiamo con il sistema elettorale uscito dalla Consulta o un altro. Queste discussioni sono autentici specchietti per le allodole, rispetto alla questione profonda per cui il nostro mondo cambia a una velocita’ impressionante, per cui o il Pd prova a giocare un ruolo di proposta, oppure stiamo diventando un luogo in cui qualcuno, noi compresi, svolgiamo un servizio per un certo periodo di tempo, l’io prevale sul noi, e soprattutto abbiamo un paese nel quale l’Italia gioca una partita di serie B”.

Quindi, Renzi lancia la sua proposta: “Se vogliamo essere credibili, il Pd deve mettere nel prossimo programma elettorale, non importa quando si votera’, che il patto di stabilita’ deve essere sostituito dal patto di comunita‘”

Noi siamo contrari ai grandi inciuci“, ribadisce ancora l’ex premier. “Ma non possiamo essere accusati di aver voluto una riforma che semplificava troppo, l’uomo solo al comando, e contemporaneamente di volere la larghe intese, di essere i custodi di un sistema istituzionale che fatalmente le produrra’. Ma c’e’ un modo per evitarlo. Arrivare al 40 per cento. Possiamo farlo noi, o gli altri. Noi- conclude- siamo abituati ad arrivarci: una volta e’ stata una vittoria, alle europee. E un’altra e’ stata una grande sconfitta, al referendum. Ma noi possiamo arrivarci se smettiamo di pensare al nostro ombelico e proviamo a parlare al paese“.

di Michele Bollino

 

 

 

 

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it