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Marcia sindaci Lega a Brescello contro ‘ndrangheta

REGGIO EMILIA - "Faremo qualcosa che non è mai stato fatto prima: un'iniziativa concreta contro la mafia, dopo

Pubblicato:28-01-2016 16:26
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:51

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REGGIO EMILIA – “Faremo qualcosa che non è mai stato fatto prima: un’iniziativa concreta contro la mafia, dopo che per tutto questo tempo nessun partito ci ha messo veramente la faccia”. Così il segretario della Lega nord dell’Emilia, Gianluca Vinci, presenta questa mattina il corteo di tutti i sindaci emiliani del Carroccio (più quello di Viadana) che domenica prossima, 31 gennaio, sfilerà per le vie di Brescello contro la ‘ndrangheta. Un fenomeno, “per cui non si può più parlare neanche di infiltrazioni, ma di una vera e propria struttura impiantata sul territorio“, spiega Vinci insieme al consigliere regionale Matteo Rancan e alla consigliera comunale di Brescello Catia Silva, destinataria negli ultimi anni di minacce di stampo mafioso.

mafie_fumettoProprio nel Comune di Peppone e Don Camillo, ora a rischio di commissariamento in seguito alle indagini di una commissione prefettizia e con il sindaco Marcello Coffrini che potrebbe dimettersi già sabato, la Lega nord decide quindi di ribadire la sua posizione, “che sulle mafie è sempre stata precisa e coerente”. Nell’iniziativa il Carroccio conta di coinvolgere alcune centinaia di persone anche se, ammette Vinci, “nelle altre manifestazioni che abbiamo fatto abbiamo notato un certo timore dei cittadini a scendere in piazza”. Il Carroccio non chiude la porta anche ad altri partiti ma il Pd e il Movimento 5 stelle non sono chiaramente graditi. Contro i democratici, in particolare l’attacco è ad alzo zero, mentre ai pentastellati si rimprovera di voler “scippare” il merito di tante battaglie condotte con continuità dai leghisti in questi anni.

“Noi accusiamo il Pd per tutto quello che ha fatto in questi 70 anni di governo- spiega Vinci- perchè è ormai palese che le mafie hanno bisogno di agganci politici per radicarsi. La cosiddetta ‘Emilia rossa’ dovrebbe dare delle risposte”. Sotto tiro finisce anche la linea tenuta dal partito sul caso Coffrini: “La cosa che non digeriamo è che da oltre un anno e mezzo chiediamo un cambiamento all’interno del Pd, ma ci hanno sempre risposto che il sindaco non era piu’ tesserato del partito dal 2014. Poi in cinque giorni e solo di fronte ai fatti compiuti viene data una sfiducia e si trova il modo per far dimettere Coffrini. E’ un atteggiamento intollerabile perchè la nostra linea è sempre stata chiara mentre il Pd non voleva occuparsene perchè non era uno dei ‘loro'”.


di Mattia Caiulo, giornalista

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