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Protesta dei lavoratori Fortè a Palermo, senza stipendio da 4 mesi

I lavoratori manifestano perchè non percepiscono un euro da mesi nonostante si siano presentati a lavoro ogni giorno

Pubblicato:27-12-2019 13:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:47

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PALERMO – Protesta dei lavoratori ‘Forte” a Palermo. I dipendenti della catena di discount sono scesi in piazza per la vertenza che coinvolge circa 500 di loro che non ricevono gli stipendi da mesi.

La protesta e’ stata organizzata dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil: nel mirino la societa’ Meridi, che opera con il marchio Forte’.

Una situazione difficile a cui si e’ aggiunta la domanda di ammissione all’amministrazione straordinaria formulata dall’azienda: una mossa che ha bloccato la possibile cessione dei punti vendita.


Il corteo e’ partito da piazza Alberico Gentili e, attraverso la centralissima via Notarbartolo, ha raggiunto il punto vendita di via Generale Di Maria, dove e’ stato organizzato il sit-in.

“Una grande manifestazione – afferma Mimma Calabro’, segretario generale della Fisascat Cisl Sicilia -. Speriamo che Meridi ascolti le voci delle famiglie scese in piazza. Lavoratori con mogli e figli compatti. È il loro futuro che viene messo in gioco. Attendiamo adesso con fiducia le decisioni del tribunale”.

“Registriamo un’ottima adesione alla manifestazione – spiega Marianna Flauto, segretario generale Uiltucs Sicilia -, i lavoratori stanno manifestando tutto il loro disagio perche’ non percepiscono un euro da mesi nonostante siano andati a lavorare ogni giorno. Questa situazione non puo’ durare ancora a lungo. I dipendenti chiedono il pagamento degli stipendi degli ultimi 4 mesi – prosegue -. La situazione e’ pure peggiorata perche’ adesso si attendono i tempi del tribunale. Si sarebbe potuto intervenire con un ammortizzatore sociale, uno strumento temporaneo per garantire i lavoratori con un reddito. E invece l’azienda resta passiva con un atteggiamento offensivo nei loro confronti, pretendendo quasi che vadano a lavorare senza essere pagati e senza intervenire aprendo una procedura per chiedere un ammortizzatore sociale – conclude Flauto -. Chiediamo chiarezza e che si metta fine a questa situazione drammatica che sta coinvolgendo centinaia di famiglie”.

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