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ROMA – Rendere più chiaro il quadro normativo delle rinnovabili e restituire certezze agli imprenditori per tutelare gli investimenti e garantire la messa a terra dei progetti, in uno scenario reso ancor più complesso dalle numerose misure fiscali e normative approvate nell’ultimo anno. Sostenere il processo virtuoso della transizione energetica per consentire all’Italia di raggiungere gli obiettivi nazionali ed europei sulla decarbonizzazione e l’indipendenza energetica. Sono le necessità più impellenti del settore emerse durante l’evento “Scatta l’ora solare. L’Italia e il futuro del fotovoltaico”, organizzato a Roma dall’Alleanza per il Fotovoltaico in Italia, che sottolinea come la crescita occupazionale del settore possa raddoppiare, passando dagli attuali 80.000 lavoratori a 150.000 nuovi posti di lavoro nei prossimi 3-4 anni.
L’Alleanza raggruppa alcuni tra i principali operatori nel settore dell’energia rinnovabile impegnati nello sviluppo, nella realizzazione e gestione di grandi impianti per l’energia da fonte solare (utility-scale), in sinergia con gli obiettivi previsti dalla strategia energetica nazionale (PNIEC), che detengono circa 20 GW di energia solare, attualmente in fase di autorizzazione, per un totale di 20 miliardi di euro di investimenti e opere per la valorizzazione del territorio da 3 miliardi di euro.
Come evidenziato durante il convegno, con l’attuale quadro normativo la localizzazione degli impianti rimane incerta e le regioni si muovono in ordine sparso definendo soltanto le “aree non idonee”. Per rendere attuabile la transizione energetica è quindi necessario agire velocemente con la definizione di aree idonee ma anche responsabilizzare le regioni sulla necessità di ciascuna di fornire il proprio contributo alla transizione.
L’Italia continua inoltre a scontare un deficit energetico che, stando a quanto emerge dalla Relazione annuale sulla situazione energetica nazionale 2024, realizzata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con dati riferiti al 2023, l’ha costretta a spendere circa 56 miliardi di euro per l’acquisto di energia dall’estero. Una cifra dimezzata rispetto ai 114,3 miliardi di euro spesi nel 2022, proprio grazie al contributo derivato dallo sviluppo degli impianti rinnovabili nazionali. Tuttavia – sottolinea l’Alleanza per il Fotovoltaico in una nota- lo scenario è ancora incompatibile con gli obiettivi di sicurezza ed indipendenza energetica che l’Italia si è posta di raggiungere, considerando che il Paese importa ancora il 15% del fabbisogno nazionale da fonti estere e resta quindi esposto alle fluttuazioni di prezzo dettate da fattori esogeni e non controllabili.
Determinante è il ruolo dell’agrivoltaico, soluzione innovativa che coniuga la produzione di energia solare con l’attività agricola, senza consumare nuovo suolo. Secondo l’ultimo rapporto ISPRA, infatti, pur se si volesse installare a terra tutto il nuovo fotovoltaico previsto in Italia dal PNIEC al 2030 (57 GW) si utilizzerebbe comunque una porzione al di sotto l’1% del suolo nazionale. È fondamentale, però – ribadisce l’Alleanza – che la normativa in materia di agrivoltaico eviti di imbrigliare la tecnologia in parametri tecnici e regole stringenti che non tengono conto della sua continua evoluzione.
Determinanti anche gli impatti positivi degli impianti sui costi energetici per famiglie e imprese, sulla riduzione dell’inquinamento e il miglioramento della qualità dell’aria. Il settore continua inoltre ad attrarre investimenti nazionali ed esteri, a generare know how tecnico e nuove professionalità in tutto il Paese, accrescendo la reputazione dell’Italia nel panorama internazionale.
“Le imprese del nostro Paese hanno dimostrato di saper sviluppare tecnologie, competenza ed eccellenza nel campo delle rinnovabili, dell’innovazione e dello sviluppo delle tecnologie green. La crescita del settore, che ha subìto una netta accelerazione negli ultimi due anni, rappresenta un fattore importante di sviluppo economico del Paese che si aggiunge al contributo dato come contrasto al cambiamento climatico. Il compito del governo è quello di creare le condizioni migliori per agevolare gli investimenti e i piani imprenditoriali di chi scommette sull’economia green e lo sviluppo sostenibile del Paese. Il ricorso alle rinnovabili costituisce non solo una risposta agli impegni per l’ambiente ma anche alle questioni legate alla sicurezza, all’indipendenza energetica e al contenimento dei prezzi” ha osservato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
“L’impegno del Ministero è quello di intervenire per sbloccare le procedure e dare tempi certi per le autorizzazioni. Quello che abbiamo davanti è un percorso difficile che dobbiamo riuscire a fare insieme per governare questo cambiamento, con un importante ruolo delle istituzioni e dei soggetti coinvolti nella transizione energetica. Abbiamo grandi questioni aperte legate al rinnovo delle reti, dobbiamo inoltre creare un punto di equilibrio con il sistema regionale nella definizione delle modalità rispetto alle competenze costituzionali. I fronti sono tanti e dobbiamo essere determinati e più uniti possibili”, ha aggiunto Pichetto Fratin.
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