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ROMA – “Mi è sembrato evidentemente inopportuno invitare ad una fiera dedicata a Giulia Cecchettin un uomo (confesso che non sapevo manco chi cazzo fosse) accusato di violenza ai danni della sua compagna”. Così Zerocalcare spiega ai suoi followers la decisione di disertare Più libri più liberi, la fiera della piccola e media editoria di Roma, in programma dal 4 all’8 dicembre. Parteciperà al solo firmacopie con i lettori. Dietro la decisione l’invito fatto da Chiara Valerio, la curatrice, a Leonardo Caffo. Il filosofo è a processo per maltrattamenti e lesioni alla sua ex compagna. “Chi non è condannato in via definitiva ha il diritto costituzionale di parlare. Ad oggi Leonardo Caffo è un uomo innocente, sotto processo”, ha detto la scrittrice a Propaganda difendendo la sua scelta.
“Mi è sembrato sbagliato invocare il garantismo (che pure è un tema che mi sta molto a cuore in questo tempo di barbarie) per troncare una discussione sulla violenza di genere, senza problematizzare il calvario che tante donne incontrano nel denunciare gli abusi, la difficoltà di essere credute, di vedere riconosciuta la propria verità. Una discussione complessa che afferisce più alla cultura che alle procedure penali”, scrive ancora Zerocalcare.
“Mi è sembrato un problema che nell’equazione con cui è stata narrata la vicenda da parte della fiera, la figura della donna sia stata completamente rimossa– aggiunge Zerocalcare- perpetrando quel meccanismo che vede gli uomini accusati di violenza continuare ad occupare lo spazio pubblico, invitati e celebrati, mentre le vittime spariscono, in un garantismo che si preoccupa di tutelare e proteggere solo una delle parti”.
“Credo che tutto, compresi i video, le comparsate televisive, letteralmente tutto almeno fino all’ultimo messaggio di scuse sia stato sbagliato– afferma l’artista al secolo Michele Rech- per come conosco Chiara Valerio ci credo che sia mossa da fedeltà a un principio e non da altro; ma quando quello che facciamo si presta a così tante strumentalizzazioni, quando diventiamo utili agli articoli della Verità, quando i nostri nemici ci prendono a simbolo, è il momento di fermarci a riflettere pure se siamo in buona fede”.
“Per me la rinuncia ad una fiera (che è un posto di lavoro, da cui dipendono altre persone che lavorano insieme a me, no una festa) è uno strumento di pressione per raggiungere un obiettivo, una scommessa che a volte si vince (Casapiund che si ritira dal salone del libro, permettendomi di rientrare) e a volte si perde (il patrocinio di Israele che rimane a Lucca Comics, lasciandomi fuori)”, spiega in un’altra storia il fumettista.
“Sento questa come un’occasione persa– dice Zerocalcare- che non si sana né dentro né fuori dalla fiera, e di sicuro non riguarda solo questa: chiunque è capace di scrivere sui social il manuale dell’antisessista. Non so quanti, me compreso, saprebbero applicarlo messi di fronte a una situazione che li tocca da vicino”.
E conclude: “Per questo, dopo aver parlato con la casa editrice e aver compreso che condividevano il mio disagio, ho deciso di annullare l’incontro previsto sull’editoria con la stessa Chiara Valerio (oggettivamente impossibile da tenere: non perché penso sia un’appestata o che lei non possa parlare, anche quando ritengo stia sbagliando, ma perché mi pare impossibile glissare su questo tema e parlare dell’editoria come se nulla fosse, e al tempo stesso mi pare grottesco pensare che un maschio tenga un incontro in cui spiega a una donna come avrebbe dovuto comportarsi in termini di femminismo)”.
Cinque giorni fa, Leonardo Caffo ha scritto su Instagram: “Ho ritirato oggi stesso la mia partecipazione a @piulibri2024 e ringraziato @slaterpins e @cortinaeditore per il gentile invito. Loro non hanno nessuna colpa: rispettatele, se potete”. E ha aggiunto: “Se la mia sola presenza rovina una fiera così importante, per la cultura italiana e dedicata a un così alto ideale, credo sia necessario come intellettuale fare un passo indietro. Chiedo scusa a tutte coloro a cui ho arrecato fastidio e spero un giorno di poter tornare a fare cultura insieme in un modo libero e rispettoso, augurandomi un giusto corso delle cose”.
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