Getting your Trinity Audio player ready...
|
URBINO – “Lo dico a voi, ma soprattutto a me, che ho ben chiaro cosa significherebbe per me, anche solo provarci, dopo tutto quello che ho passato, a vincere le Olimpiadi di Los Angeles: dobbiamo avere il coraggio di scegliere, perché ogni scelta è il primo passo per costruire qualcosa di grande per il nostro futuro”. Così il dottor Gianmarco Tamberi chiude la sua lectio magistralis dal titolo “La forza delle Scelte” , durante la Cerimonia di Conferimento della Laurea Magistrale Honoris Causa in Scienze dello Sport nell’Aula magna dell’università degli Studi di Urbino, che si è tenuta oggi nella città ducale.
Gianmarco Tamberi di Civitanova marche, altista italiano, Campione Olimpico ai Giochi di Tokyo 2020, Campione del Mondo ai Mondiali di Budapest 2023 e Campione Europeo 2024, è stato designato dal titolo per il suo curriculum di vittorie, certamente, come spiega il professore Marco Rocchi, direttore del dipartimento di Scienze biomolecolari. Un curriculum che fa di lui “un testimone autorevole e credibile per le giovani generazioni, uno degli atleti più amati e in grado di svolgere una funzione di esempio per le sue qualità di tenacia mostrate in occasione dei gravi infortuni che avrebbero potuto compromettere una eccezionale carriera”. Gianmarco Tamberi “incarna con il suo esempio– prosegue Rocchi- l’idea di come lo sport contenga valori formativi di grande rilevanza, il rispetto degli avversari, la disciplina, la costanza, l’impegno, lo spirito di sacrificio”.
Quando il Rettore, Giorgio Calcagnini, gli consegna pergamena e il “kit del laureato”, l’atleta prova a infilarsi il tocco, ovvero il tipico copricapo nero, ma i suoi capelli ribelli gli complicano le cose. Così prima di prendere parola per la lezione magistrale, il Rettore suggerisce al neolaureato e a tutti i presenti al tavolo di togliersi tutti il ‘cappello’. Finalmente a criniera libera, Tamberi inizia sfoggiando tutta la sua umiltà: “Ammetto che inizialmente ho provato una leggera incertezza di fronte alla prospettiva di ricevere un riconoscimento così importante- spiega- non volevo sembrasse un modo facile per ottenere quello che molti di voi studenti state conquistando con anni di studi e sacrifici”. Infatti, “comprendo- va avanti- bene cosa significhi ottenere qualcosa con il duro lavoro superando difficoltà e dedicando molto tempo per ottenere un risultato”. “Ho capito- puntualizza Tamberi- però che questa laurea rappresenta un attestato di riconoscimento non solo per avere negli anni eseguito le istruzioni di allenatori e preparatori, per i risultati sportivi, ma anche per essermi messo in gioco con enorme curiosità di imparare e apprendere conoscenze nel mondo dello sport che mi hanno consentito negli ultimi anni di programmare l’intera preparazione atletica in autonomia”.
Questo il preambolo, poi l’atleta va diritto al punto della lezione: “Avrei potuto parlarvi della ricorsa perfetta per fare un salto, ma lo sport mi ha insegnato molto di più in questi anni. Le scelte fatte durante questa carriera mi hanno sempre determinato come persona, scegliere è il primo passo per costruire qualcosa per il nostro futuro. Troppe volte ci fermiamo al bivio perché non sappiamo che strada prendere e restiamo fermi mesi, forse anni, e non costruiamo più nulla. Le scelte certo non possono però essere prese lanciando la monetina. Bisogna tenere presente più fattori: in primis la parte razionale e oggettiva. In secondo luogo la parte emotiva, che non è di minore importanza. E fondamentale è il terzo fattore: quando si sceglie bisogna uscire dalla comfort zone. Quarto è il coraggio di scegliere e perseverare nella scelta presa, senza aver paura di aver sbagliato. Ci sono dei momenti in cui prevale il cuore, altri in cui prevale la matematica, fondamentale è però seguire la strada e non lasciare spazio alla paura di aver sbagliato”.
Il Tamberi nazionale parla quindi di sé, delle 4 scelte cruciali della sua carriera: “La prima è del 2009, quando mi trovai al bivio se continuare da cestista, la mia passione, o scegliere per il salto in alto, disciplina per forse sono nato, e se avessi scelto solo sulla base emotiva, non sarei qui. C’è stato un mix di cose, ma la parte razionale ha prevalso. Avevo solo 17anni ma se non avessi iniziato allora, non sarei arrivato qui. La seconda scelta invece è solo di cuore ed emotiva: nel 2016 dopo che un bruttissimo infortunio alle Olimpiadi di Rio non mi ha consentito di essere in pedana”. Allora i dottori non gli garantivano che sarebbe potuto tornare a saltare, “forse a correre sì dicevano- prosegue l’atleta- ma non sappiamo se potrai saltare”. Così “Mi ricordo in quel letto di ospedale, feci scrivere a mia moglie un biglietto con ‘Tokio 2020′”. Perché non volevo solo tornare a saltare, ma volevo vincere Tokio 2020 e io ho voluto crederci”. Quindi sei anni dopo, nel 2022, “la scelta più difficile- rivela- dopo 13 anni che mio babbo mi allenava, con tanti problemi relazionali, ho scelto di cambiare allenatore e di mettermi in gioco, anche se negli anni questa è stata una scelta enorme su di me, per paura che i miei risultati dipendessero solo sulla persona che mi accompagnava. Invece “poi ho capito che dipendeva da me, non solo da chi mi stava accanto, è stata una scelta che mi ha insegnato tantissimo”.
Infine, l’ultima scelta determinante, quella di scendere in pedana a Parigi “quando poche ore prima ero piegato dal dolore in una barella di ospedale- racconta- perché nella vita bisogna sempre mettersi in gioco senza avere paura di fallire. Non abbiate paura di sbagliare, mettetevi in gioco sempre, qualsiasi cosa sia”. Tirando le fila: “Queste 4 scelte che ho cercato di prendere nella mia carriera non sono state tutte giuste probabilmente- riconosce- ma hanno funzionato, bisogna scegliere e non per forza quella sarà la scelta giusta lì per lì, ma si deve poi fare in modo che sia la scelta giusta”.
Alla fine, Tamberi interroga se stesso sulla scelta delle scelte, le Olimpiadi di Los Angeles: “Ho fatto tutti i conti sulle probabilità che avrei di vincere le Olimpiadi a Los Angeles, lo dico a voi ma soprattutto a me, che ho ben chiaro cosa significherebbe per me, anche solo provarci- dopo tutto quello che ho passato”. E chiude, lasciando intendere che alla fine una scelta forse l’ha già presa a riguardo: “Dobbiamo avere il coraggio di scegliere, perché ogni scelta è il primo passo per costruire qualcosa di grande per il nostro futuro”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it