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Prescrizione e ‘Spazzacorrotti’, il focus a Unicusano

'Tempo e diritti soggettivi dopo la legge Spazzacorrotti', organizzato nella sede di Roma dell'ateneo dal professor Giovanni D'Alessandro

Pubblicato:27-11-2019 18:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:40

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ROMA – Una lente d’ingrandimento sulle nuove misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, le norme sulla prescrizione e sulla trasparenza dei partiti e movimenti politici. In sintesi, sulla legge ‘Spazzacorrotti’ che entrera’ in vigore tra poche settimane.

Questo e’ stato il tema al centro dell’incontro all’Universita’ Niccolo’ Cusano dal titolo ‘Tempo e diritti soggettivi dopo la legge Spazzacorrotti’, organizzato nella sede di Roma dell’ateneo dal professor Giovanni D’Alessandro, coordinatore del Dottorato di ricerca in ‘Law and Cognitive Neuroscience’.

“Il diritto si deve occupare di cio’ che accade nella societa’- ha detto D’Alessandro- e l’universita’ deve fare sentire la propria voce su questioni che sono all’ordine del giorno. Oggi si parla dell’imminente entrata in vigore della nuova disciplina sulla prescrizione introdotta con un emendamento alla ‘Spazzacorrotti’. Ecco quindi l’occasione per un dibattito con illustri relatori”, cui hanno partecipato Raffaello Magi, consigliere della Corte Suprema di Cassazione e la professoressa Daniela Chinnici, dell’Universito’ di Palermo.


Il primo si e’ soffermato sulla questione dell’equiparazione dei delitti di pubblica amministrazione a quelli di criminalita’ organizzata: “A nostro avviso- ha detto Magi- non si puo’ trattare allo stesso modo l’autore di un delitto di peculato rispetto a uno stragista o a un mafioso. Ferma restando l’esistenza di una necessita’ obiettiva di contrasto alla criminalita’ in campo economico e amministrativo, questo tipo di sanzioni presta il fianco a delle critiche”.

Sul tema della prescrizione, invece, e’ intervenuta la professoressa Chinnici: “Con la ‘Spazzacorrotti’- ha detto- sostanzialmente dal primo gennaio 2020 la prescrizione viene cancellata. Dopo la sentenza di primo grado il processo non si prescrive piu’. Sara’ gravissimo. Significa che le persone saranno imputate sine die. Non si potra’ sapere quando una persona avra’ un processo passato in giudicato. Non ci sara’ piu’ la certezza del diritto. La legge e’ irragionevole, fatta per rispondere alle ansie di sicurezza delle persone”.

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