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VIDEO | Maxi sequestro da 17 milioni a imprenditore siciliano

Si tratta di Vincenzo Gammicchia, 71 anni, incensurato ma considerato dagli inquirenti "colluso" con la mafia

Pubblicato:27-11-2019 10:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:40
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PALERMO – Maxi sequestro da 17 milioni di euro a Palermo, dove il Nucleo di polizia economico-finanziaria ha eseguito un provvedimento nei confronti di aziende, disponibilità finanziarie e patrimoniali di Vincenzo Gammicchia, 71 anni, noto imprenditore nel settore della vendita e dell’assistenza pneumatici, incensurato ma considerato dagli inquirenti “colluso” con la mafia.

Il sequestro, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale, riguarda aziende, quote societarie, immobili, conti correnti, polizze assicurative, cassette di sicurezza e mezzi. Passati al setaccio, da parte degli specialisti del Gico, atti giudiziari e informazioni patrimoniali riguardanti oltre 40 anni di attività.

Gammicchia, secondo gli investigatori, sarebbe un imprenditore “contiguo” alla criminalità organizzata. Alcuni collaboratori di giustizia in passato avevano indicato l’imprenditore come “a disposizione” di Cosa nostra: sarebbero state le famiglie mafiose dei Galatolo e dei Fontana, attive storicamente nei quartieri Acquasanta e Arenella, a reinvestire i proventi dei propri traffici nelle attività di Gammicchia.


Per il Tribunale l’imprenditore sarebbe comunque un soggetto pericoloso che “fin dall’inizio della sua attività imprenditoriale”, risalente alla fine degli anni Settanta, “si è prestato a occultare e schermare risorse di provenienza illecita investendole nella propria attività e pattuendo – sostengono le fiamme gialle – con esponenti di spicco del sodalizio forme di compartecipazioni da cui derivava il versamento di somme negli anni”.

L’attività di Gammicchia, inoltre, avrebbe usufruito di un “investimento” iniziale all’inizio degli anni Ottanta da parte dei fratelli Giuseppe e Vincenzo Galatolo. Secondo il Tribunale, inoltre, l’imprenditore avrebbe “favorito” la criminalità “mettendosi a disposizione per organizzare presso i locali della sua attività commerciale incontri tra esponenti mafiosi e per favorire il furto di autovetture che gli erano state consegnate per interventi e riparazioni duplicando le chiavi e annotando gli indirizzi di residenza dei clienti”.

Per Gammicchia, inoltre, anche “l’esonero” da richieste di pizzo in virtù di “specifici accordi” con esponenti di spicco della mafia palermitana, ma anche “l’appoggio del sodalizio nell’eliminazione della concorrenza con metodi violenti e mafiosi”: secondo alcuni collaboratori di giustizia, infatti, una testa di capretto e una telefonata convinsero un potenziale concorrente che intendeva aprire una attività nella stessa zona di Gammicchia a rinunciare.

Questo l’elenco completo dei beni sequestrati: due imprese e relativi compendi aziendali a Palermo, operanti nel settore della vendita e riparazione di pneumatici, con cinque punti vendita dislocati in diversi quartieri di Palermo; l’80% delle quote societarie di un Consorzio operante nel settore della revisione dei veicoli a Palermo; 25 immobili, tra cui due ville; 44 rapporti bancari, 10 polizze vita e due cassette di sicurezza; 11 fra auto e moto.

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